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Il Papa: "Aver cura dei poveri non è comunismo ma Vangelo"

Intervista al Pontefice per il libro dei vaticanisti Andrea Tornielli e Giacomo Galeazzi. "Se ripetessi alcuni brani delle omelie dei primi Padri della Chiesa - osserva il Pontefice - mi accuserebbero di aver tenuto un discorso marxista"

epifania papa francesco
ansa

L'attenzione per i poveri "è nel Vangelo ed è nella tradizione della Chiesa, non è un'invenzione del comunismo e non bisogna ideologizzarla". A sostenerlo è Papa Francesco in un'intervista, anticipata da La Stampa, pubblicata nel libro "Papa Francesco. Questa economia uccide" di Andrea Tornielli e Giacomo Galeazzi. "La globalizzazione - sostiene ancora il Pontefice - ha aiutato molti a sollevarsi, ma ne ha condannati tanti altri a morire di fame".

"Se ripetessi alcuni brani delle omelie dei primi Padri della Chiesa su come si debbano trattare i poveri - sottolinea Papa Francesco - ci sarebbe qualcuno ad accusarmi che la mia è un'omelia marxista. 'Non è del tuo avere che tu fai dono al povero; tu non fai che rendergli ciò che gli appartiene. Poiché è quel che è dato in comune per l'uso di tutti, ciò che tu ti annetti'. Sono parole di sant'Ambrogio, servite a Papa Paolo VI per dire, nella 'Populorum progressio', che la proprietà privata non costituisce per alcuno un diritto incondizionato e assoluto".

Bergoglio sostiene quindi che "non possiamo più aspettare a risolvere le cause strutturali della povertà, per guarire le nostre società da una malattia che può solo portare verso nuove crisi. I mercati e la speculazione finanziaria non possono godere di un'autonomia assoluta".

Quindi, il Pontefice parla della globalizzazione, che "ha aiutato molte persone a sollevarsi dalla povertà, ma ne ha condannate tante altre a morire di fame. Questo sistema si mantiene con la cultura dello scarto. Quando al centro del sistema non c'è più l'uomo ma il denaro, gli uomini e le donne sono ridotti a semplici strumenti di un sistema sociale ed economico dominato da profondi squilibri. E così si 'scarta' quello che non serve a questa logica: è quell'atteggiamento che scarta i bambini e gli anziani, e che ora colpisce anche i giovani. A volte mi chiedo: quale sarà il prossimo scarto? Dobbiamo fermarci in tempo".