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Il Castello delle Cerimonie è stato confiscato, dalla demolizione alla riconversione: le ipotesi in campo

Crescono i timori per il futuro di oltre 200 famiglie che lavorano nella struttura di Sant'Antonio Abate. Ma non solo. Sono preoccupati anche i tanti clienti che avevano prenotato la location per i loro ricevimenti

Il Castello delle Cerimonie confiscato

Il "Castello delle Cerimonie", location di un noto programma televisivo, è stato confiscato per abuso edilizio.

Dopo la sentenza della Cassazione, la famiglia proprietaria della struttura - conosciuta anche come "La Sonrisa" - pensa già al ricorso alla Corte di Strasburgo. Ma intanto a Sant'Antonio Abate, piccolo comune in provincia di Napoli, crescono i timori per il futuro di oltre 200 famiglie: tanti sono - tra gli stagionali, i fissi e quelli dell'indotto - i lavoratori che negli anni hanno fatto affidamento sulla florida attività messa in piedi da Antonio Polese, il "Boss". E non solo. A essere preoccupati sono anche i tanti clienti che avevano prenotato la location per i loro ricevimenti e non sanno che fine faranno i loro programmi e i loro soldi.

Il Castello delle Cerimonie è stato confiscato, dalla demolizione alla riconversione: le ipotesi in campo - foto 1
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Demolizione o riconversione -  Al momento sono due le opzioni a disposizione dell'amministrazione comunale: demolire La Sonrisa o utilizzarla, ma solo a scopi di pubblica utilità. L’ipotesi dell’abbattimento dell’albergo resta sul tavolo ma, in realtà, appare improbabile poiché la normativa prevede la possibilità di “lasciare in piedi” il bene confiscato. L'ipotesi più probabile potrebbe essere che il comune ceda la struttura a terzi, che a loro volta potrebbero riconvertire il Castello da hotel e location di eventi a qualcosa di totalmente diverso, con conseguenze non indifferenti sui dipendenti che attualmente gravitano attorno alla struttura. Sicuramente, un ruolo chiave in questa vicenda lo giocherà proprio il comune di Sant’Antonio Abate, a cui è passata la proprietà del Castello.

 

L'attività per ora può proseguire - Il tribunale ha affidato l'azienda ai Polese proprio per garantire la continuità occupazionale, quindi per ora momento l'attività prosegue. Ma appena subentrerà il comune, cosa accadrà? La sindaca Ilaria Abagnale spiega di voler procedere in stretto raccordo con le istituzioni, il prossimo passo sarà un suo incontro con il prefetto e i vertici della procura. "Si tratta di una struttura ricettiva importante per il nostro territorio - dichiara Abagnale - punto di riferimento per tutta l'area e che da anni offre lavoro a centinaia di famiglie, non solo abatesi". Dunque nessuna intenzione di chiudere tutto. Il comune potrebbe tenere aperta la struttura ricettiva affidandone la gestione a privati, mediante un bando pubblico che escluda gli attuali proprietari e ricavarne così un fitto da destinare a scopi di pubblica utilità. 

 

La sentenza - Il 15 febbraio 2024 la Corte di Cassazione ha confermato la confisca de La Sonrisa, l’hotel-ristorante di lusso a Sant’Antonio Abate (provincia di Napoli).  La struttura è stata condannata per abusivismo edilizio: già nel 2011 gli inquirenti hanno avuto evidenza di abusi edilizi iniziati alla fine degli anni Settanta e che coinvolgono i terreni su cui sorge il Castello, per un’area di 40mila metri quadri. La sentenza di primo grado, emessa nel 2016 dal Tribunale di Torre Annunziata, aveva condannato la defunta moglie di Antonio Polese (il “boss”), Rita Greco, a un anno di carcere con pena sospesa. Condannato anche il fratello di Antonio, Agostino Polese. Ora, la Suprema Corte ha confermato la sentenza ma la famiglia proprietaria della struttura pensa già al ricorso alla Corte di Strasburgo. 

 

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