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Omicidio Matilda, assolta la mamma

Novara,Corte Assise:fatto non sussiste

E' stata assolta per non aver commesso il fatto, Elena Romani, la donna accusata di aver ucciso la figlia di 22 mesi, Matilda, a Roasio, nel Vercellese.

La decisione è stata presa dalla Corte d'Assise di Novara, presieduta da Emanuele Smirne. Il pm Antonella Barbera aveva chiesto la condanna a 15 anni di carcere. La sentenza verrà depositata entro 90 giorni.

Elena Romani, difesa dagli avvocati Tiberio Massironi e Roberto Scheda, è stata assolta in base all'articolo 530 del codice di procedura penale, comma due, secondo cui il giudice pronuncia sentenza di assoluzione anche quando "manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l'imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile".

"E' un atto di giustizia per la mia bambina", ha commentato la donna prima di abbracciare, in lacrime, i propri avvocati, i genitori e le amiche. La morte della bimba si verificò il 2 luglio del 2005 nella casa di Roasio (Vercelli), dove vivevano Elena Romani e il suo convivente, Antonio Cangelosi. A fare partire le indagini fu una denuncia proprio dell'uomo sui ritardi dei soccorsi. I due conviventi si lanciarono accuse reciproche, finché varie perizie e intercettazioni non portarono gli investigatori a scagionare l'uomo e ad accusare la hostess.

Indagata inizialmente per omicidio volontario, e per questo finita anche in carcere, il tribunale del riesame aveva poi derubricato l'accusa in omicidio preterintenzionale, considerando che il decesso fosse avvenuto in conseguenza di altri reati quali le lesioni o le percosse. In particolare, Matilda riportò lesioni al fegato, a un rene e a una costola.
   
L'accusa, sostenuta da Antonella Barbero, ha sempre sostenuto che la bimba fu colpita da un violento calcio sferrato dalla madre in un momento d'ira (la bimba piangeva e aveva vomitato). La donna si è sempre proclamata innocente. La Corte ha impiegato nove ore per pronunciare la sentenza. "Durante l'inchiesta - ha detto l'avvocato Massironi - sono stati commessi molti, troppi errori. Errori per i quali andrà a finire che l'omicidio di Matilda resterà impunito".

L'avv.Scheda si è invece complimentato con i giurati "per avere saputo uscire da quell'equazione pericolosa che contrapponeva Elena Romani imputata e Antonio Cangialosi prosciolto". I genitori della donna hanno sottolineato di "avere sempre creduto nell'innocenza di nostra figlia anche nei momenti più bui". "Ora - hanno aggiunto - un incubo è finito ma resta il grande dolore per la morte di Matilda".