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Cogne, Cassazione: "Per la gravità del reato, nessun permesso alla Franzoni prima di 4 anni"

La donna non potrà uscire dal carcere prima di aver scontato almeno la metà della condanna a 16 anni inflittale per lʼomicidio del figlio Samuele

Ansa

Per almeno altri quattro anni, data la gravità del reato commesso e le regole fissate dall'ordinamento penitenziario nei confronti dei detenuti pericolosi, Anna Maria Franzoni, condannata a 16 anni di reclusione per aver ucciso nel 2002 a Cogne il figlio Samuele, non potrà chiedere permessi premio per uscire dal carcere. Lo spiega la Cassazione nella sentenza che contiene le ragioni del "no" ai permessi almeno fino alla metà della pena.

Ad avviso della Prima sezione penale della Suprema Corte, a carico della Franzoni opera il principio della "preclusione temporale", in relazione alla pena finora espiata, per poter provare a chiedere di trascorrere tre giorni al mese con la famiglia. Per i reati gravi come quello per il quale è stata condannata la mamma di Cogne, rileva la Cassazione, i detenuti, al pari di chi viene condannato per mafia e terrorismo, devono aspettare di aver scontato in carcere "almeno metà della pena".

Rispetto ai sedici anni ai quali ammonta la condanna, i supremi giudici osservano che la Franzoni deve scontare ancora "dodici anni, tre mesi e dodici giorni per omicidio aggravato". Quindi dovrà attendere circa quattro anni per tentare di uscire dalla cella.

Già nell'agosto del 2010, la Franzoni aveva chiesto, senza ottenerlo, un permesso straordinario per assistere il suocero malato e poi deceduto lo stesso mese.