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Femminicidio Ortona, quella inutile denuncia contro le violenze del marito

Letizia Primiterra si era rivolta in un centro della sua città per cercare protezione, ma sono state le amiche il suo ultimo rifugio

Femminicidio Ortona, quella inutile denuncia  contro le violenze del marito - foto 1
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Quello di Letizia Primiterra è l'ennesimo caso di prevenzione sul femminicidio fallita.

La donna, 47enne, si era rivolta al centro antiviolenza della città di Ortona dove viveva, ma come in altri casi è stato tutto inutile. Aveva denunciato le violenze subite dal marito anche ai carabinieri, ma sono state le amiche il suo ultimo rifugio. Letizia era stanca di subire e aveva paura, per questo si stava separando da Francesco Marfisi. Purtroppo però, la denuncia presentata è caduta nel vuoto, forse perchè non era stata creduta o perchè le minacce sono state sottovalutate.

La rete di conoscenti che hanno tentato di offrire una protezione alternativa ha potuto fare ben poco. "Siamo sgomente e dobbiamo capire dove Letizia non è stata compresa", dice Francesca di Muzio, presidente dell'associazione "Donnè" che ha il proprio sportello presso l'ospedale cittadino. Insieme all'amica Laura Pezzella, seconda vittima di Marfisi, si era rivolta a uno dei tanti servizi destinati a donne maltrattate.

Come Federica Madau, 32 anni di Iglesias, che aveva denunciato il marito due volte ai carabinieri, prima di morire dopo una decina di fendenti. Come Carmela Aparo, 64 anni, freddata a colpi di pistola in Brianza dall'ex, già segnalato alle forze dell'ordine. Come in altri delitti fotocopia, un uomo uccide la propria compagna e parla di raptus. Eppure ormai gli esperti lo sanno, nella violenza di genere il raptus non esiste. Quando una donna muore per mano del marito, lo schema il più delle volte si ripete e l'epilogo è tragico.