Il 68% delle famiglie rinuncia ai viaggi per il caro-vita, ma crescono del 20% i campus estivi aziendali per i figli dei dipendenti
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Le vacanze estive stanno diventando un privilegio per pochi. In un'Italia dove il caro-vita erode i bilanci familiari, 7 lavoratori su 10 scelgono di restare a casa, rinunciando ai viaggi per far quadrare i conti. Ma mentre le famiglie stringono la cinghia, cresce un nuovo fenomeno: i campus estivi aziendali, che nel 2025 registrano un boom del 20% di iscrizioni.
I numeri parlano chiaro: secondo il Summer Travel Survey 2025, solo il 46% dei giovani americani prevede di viaggiare quest'estate. La situazione italiana non è migliore, con aumenti dei prezzi turistici dell'8% rispetto al 2024 e richieste di prestiti personali per viaggi cresciute del 18% nei primi tre mesi del 2025, per un totale di oltre 100 milioni di euro erogati.
"Non sono solo i costi di voli e hotel a pesare sulle decisioni delle famiglie", spiega la ricerca, "ma soprattutto le spese quotidiane che incidono in modo significativo sul bilancio familiare". Il 68% di chi rinuncia a viaggiare lo fa proprio perché "la vita di tutti i giorni è diventata troppo costosa".
Tra coloro che restano a casa, il 65% dichiara motivazioni economiche. Ma c'è un dato ancora più preoccupante: quasi un terzo di chi partirà (29%) si indebiterà per farlo, segno di quanto sia diventato difficile permettersi anche una semplice vacanza.
In questo scenario di difficoltà economiche e di campi estivi sempre più cari, il welfare aziendale offre una risposta concreta alle famiglie. Per esempio i campus estivi di Eudaimon, prima realtà italiana nel welfare aziendale e dal 2023 parte del gruppo Epassi, hanno registrato nel 2025 oltre 1.200 partecipanti, con una crescita del 20% sul 2024 e del 30% sul 2023.
"Come le colonie di un tempo che rispondevano a un bisogno sociale profondo, i campus estivi aziendali di Eudaimon vogliono raccogliere idealmente quel testimone", spiega Alberto Perfumo, CEO di Eudaimon. "Una volta erano le imprese a farsi carico di questo compito, offrendo ai figli dei dipendenti un'opportunità concreta di vacanza educativa".
Le destinazioni preferite rivelano i gusti delle nuove generazioni: 663 partecipanti scelgono il mare, mentre 554 optano per la montagna. In crescita anche i soggiorni all'estero con 75 iscrizioni, "segno di un'importante fiducia nel valore educativo di questo tipo di esperienze".
La fascia d'età più rappresentata è quella delle scuole medie con 462 iscritti, seguita dalle superiori (383) e dalle elementari (302). Un dato che riflette le esigenze delle famiglie: "Quando i genitori devono conciliare l'orario lavorativo con la gestione dei figli durante la pausa scolastica", sottolinea Perfumo.
I campus non sono solo vacanze, ma veri percorsi formativi che combinano esperienze educative, movimento all'aria aperta e socialità. "Laboratori su sostenibilità, attività outdoor, sport di squadra, ma anche disconnessione dai dispositivi digitali", uno degli aspetti più apprezzati nei feedback di genitori e ragazzi.
"Il contributo aziendale riduce significativamente il costo per le famiglie", evidenzia Perfumo. "È un welfare concreto, di supporto alla genitorialità, che risponde a un bisogno reale in un'epoca segnata dal caro-vita".
Il modello si rivela vincente: turni flessibili, possibilità di scegliere autonomamente struttura, periodo e modalità di trasporto. "Un modello pensato per adattarsi alle necessità di ogni famiglia", che sta trasformando i campus aziendali nelle "nuove colonie" dell'Italia contemporanea.
In un'Italia che fatica sempre più a permettersi le vacanze, i campus aziendali rappresentano una risposta che coniuga welfare aziendale e sostegno alla genitorialità, dimostrando come le aziende possano fare la differenza nella qualità della vita delle famiglie dei propri dipendenti.