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Rock e politica, Bono strega Milano

A San Siro il primo concerto degli U2

Una combinazione di rock e politica.

E' stato un trionfo il primo concerto milanese degli U2. Bono ha cantato davanti a 70mila fan adoranti. L'Italia è il paese in cui gli U2 vendono di più al mondo e, forse per ringraziare i fan di casa nostra, i due show al Meazza saranno materiale di un dvd live, in vendita a Natale. Sabato 23 i quattro musicisti irlandesi si esibiranno a Roma.

“Uno, due, tre, catorce”. Sulle note di “Vertigo” comincia il concerto degli U2 allo stadio San Siro. L’ingresso della band sul palco è salutato dal  boato dei 70mila del Meazza, in delirio dopo ore di attesa sotto il sole e nell’afa insopportabile. Quelli degli U2 non sono mai concerti qualsiasi e questo di Milano è uno show più speciale degli altri. Ci sono, infatti, 26 telecamere sistemate ovunque, per la registrazione dello spettacolo che sarà materiale del primo dvd live della band (sarà pubblicato a Natale). L’affetto tra Bono e il pubblico italiano è qualcosa di concreto e di vero e lo si vede dal sudore e dall’emozione che il cantante irlandese mette nella sua performance e nelle sue parole. Addirittura, prima di Sometimes you can't make in your own, dedicato al padre scomparso, Bono spiega che vorrebbe esprimersi in italiano "perchè penso - dice - di essere cresciuto in una casa italiana". E più volte, nel corso dello show, il carismatico leader degli U2 torna a parlare la nostra lingua, sia per dire banalmente che fa molto caldo e che c'è una bella luna, sia per ringraziare calorosamente i fans italiani, sia per dire che "questo è il momento per dire stop alla povertà, niente scuse".

Dopo la partenza a pieno ritmo, via via, stretto fra due cavalcate rock, lo show diventa tutto politico. Comincia con la dodicesima canzone in scaletta, Love and peace or else, dove Bono si mette in testa una fascia con i simboli di tre religioni, la mezzaluna musulmana, la stella di Davide ebrea e la croce cristiana, che insieme formano la scritta 'Coexist', che compare anche sul maxischermo alle spalle della band durante Sunday bloody sunday, quando Bono torna a ripetere che "Jews, Jesus, Mohammed is true'. Sempre durante lo storico inno pacifista datato 1983, Bono urla e fa urlare ai 70 mila di San Siro due sole parole No war scandite a lungo e con forza.

Dà i brividi l' esecuzione di Miss Sarajevo, dedicata a tutte le vittime di Londra: Bono la canta in due tonalità diverse, interpretando sia la sua parte sia quella che un tempo fu di Pavarotti. Sugli schermi appare il testo della dichiarazione universale dei diritti umani accompagnata dalle parole del Premio Nobel birmano per la Pace Aung Suu Kyi. E si arriva all' apice dello spettacolo. Bono canta Pride, e mentre lascia cantare il pubblico dice "io sogno e non sogno solo un sogno americano ma un sogno europeo asiatico e in questo momento soprattutto africano".

Torna spesso l’Africa nelle parole della rockstar più famosa. E la stessa Africa per cui gli U2 si sono profusi durante il Live 8, e a cui hanno donato un milione di euro a testa. Terminata la parte centrale dello show – la più politica –  arriva il momento “poetico” e romantico della serata. Bono canta One, con cui si stempera la commozione e si passa alla parte finale del concerto, riservata, come quella iniziale, solo alla musica, soprattutto quella dell' ultimo album, How to dismantle an atomic bomb, e quella degli anni '80, cui l' ultima produzione degli U2 somiglia tantissimo. In mezzo c'è tempo anche per un' orchestra italiana, quella del Teatro Cioccia di Novara, che con i suoi archi accompagna il nuovo brano Original of the species. La prima data italiana del tour si chiude così come era iniziata, proprio sulle note dell'inno Vertigo.