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Josafat Vagni: "Ecco il mio gay fuori posto"

Lʼattore protagonista della commedia "Come non detto" parla di amore, politica e sesso

Olycom

Josafat Vagni ha 26 anni ed è l'attore protagonista di "Come non detto", nelle sale dal 7 settembre. E' il suo primo ruolo importante e interpreta Mattia un gay "fuori posto" che trova il coraggio di svelarsi alla famiglia. "Non si usi la parola normalità quando si parla di gay - dice a Tgcom24  - perché è discriminante. E' una caratteristica umana. Punto". Le scene di sesso? "La mia fidanzata era contenta, meglio un ragazzo che Valeria Bilello".

Prima il diploma come perito aziendale poi gli studi di recitazione all'Accademia Corrado Pani di Roma, Josafat ha preso parte a "Romanzo Criminale 2", "Ho sposato uno sbirro", "Boris III" e "Rex III", fino a quando il regista esordiente Ivan Silvestrini non l'ha chiamato per un provino e la sua vita in qualche modo è cambiata. Il primo ruolo da protagonista.

Come mai hai deciso di accettare il ruolo di Mattia?

Sono andato al provino convinto. Ho perso dieci kg e mi sono presentato pronto a interpretare una persona ipersensibile ma con una grande capacità di dire bugie a se stesso e alla sua vita, fittizia e lontana dalla verità.

Cosa ti ha colpito del personaggio?
Mi sono approcciato alla sceneggiatura con timore reverenziale anche perché Mattia è un ragazzo molto lontano da come sono io nella vita. Si trova sempre 'fuori posto' in qualsiasi circostanza. C'è sempre qualcosa che non va. Ho dovuto fare un lungo lavoro su me stesso per renderlo credibile. Poi ho anche parlato con i miei amici gay e mi sono reso conto di quanti avessero una storia simile a quella di Mattia.

Un film contro gli stereotipi gay. "Come non detto", secondo te, è una novità nel cinema italiano?

Certamente! Dobbiamo smettere di parlare di omosessualità, quando se ne difendono i principi, dicendo 'è normalità' perché forse non ce ne rendiamo conto ma la parola 'normalità' nasconde un pregiudizio abominevole. Essere gay è una caratteristica umana. Punto e basta.

A Milano è stato approvato il registro per le coppie di fatto e si discute del testamento bilogico. Roma è ancora lontana dall'essere una città europea?
Molto lontana e questo perché dentro Roma c'è lo Stato del Vaticano. Il potere religioso è anche un potere politico. In qualsiasi inaugurazione a Roma c'è sempre un rappresentante della Chiesa, fateci caso. Oggi forse è meno evidente ma la tradizione continua. La politica romana e nazionale continua ad essere influenzata dalla Cei (Conferenza Episcopale Italiana, ndr).  

La rivelazione della sessualità di Mattia ai genitori è spinta anche dal fidanzato. Una forzatura?

No assolutamente. Eduard infatti viene dalla Spagna, un Paese ultracattolico ma profondamente riformista. Per lui è assolutamente naturale parlare di sé e della propria vita con i genitori e cerca di farglielo capire a Mattia.

Hai avuto difficoltà nelle scene di sesso con José Dammert che interpreta il fidanzato di Mattia?

José è molto più giovane di me e un attore dalla sensibilità straordinaria. Abbiamo lavorato alla scena con un approccio metodologico. Era importante che ci calassimo nei personaggi per far sì che le scene risultassero più veritiere e naturali. Il sesso è alla base dell'amore. Perciò ricordo di quel giorno di riprese un sogno, un qualcosa che non faresti nella vita normale ma in cui ti trovi dentro e in prima persona.

Sei fidanzato?
Sì.

La tua ragazza come ha reagito davanti alle scene romantiche con José?
Era tranquilla. Insomma certamente meglio avere una storia con lui e farci sesso che avere come oggetto del desiderio Valeria Bilello! (ride, ndr)