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Sanguisughe per un sorriso nuovo
Chiara è rinata dopo l'aggressione di un cane

Lʼanimale le aveva strappato il labbro, ma la donna è stata operata con successo al Policlinico di Milano. Fondamentale il supporto dei parassiti in fase post-operatoria

Afp

Un cane l'ha aggredita e le ha strappato il labbro ma una donna di 32 anni che chiameremo Chiara con un nome di fantasia, adesso, può sorridere di nuovo. Un'équipe del Policlinico di Milano le ha restituito le sue sembianze. La vicenda risale a due anni fa, ma viene raccontata soltanto oggi.

Un intervento riuscito grazie al sangue freddo di Chiara che, nonostante lo shock e il dolore dopo l'aggressione, ha conservato il labbro staccato nel ghiaccio e si è precipitata al pronto soccorso,c onsegnandolo ai medici. Erano le 22 e a Milano nevicava forte, quaranta centimetri di neve sulla strada.
Gli esperti della Chirurgia maxillo-facciale del Policlinico si sono subito adoperati per mettere in atto una ricostruzione micro-chirurgica molto delicata, perché il morso del cane aveva praticamente distrutto i vasi sanguigni. Per prima cosa i chirurghi hanno creato dei circuiti alternativi perché il sangue arterioso tornasse a nutrire e ossigenare i tessuti del labbro il prima possibile, aggirando le parti danneggiate. Ma il danno era troppo grande per riuscire a fare la stessa cosa con le vene. In pratica, il sangue arrivava a nutrire il labbro, ma non riusciva più a defluire via, bloccando la circolazione.
Ecco allora che per mantenere il drenaggio del sangue anche dopo l'operazione, durato tre ore, sono entrate in gioco le sanguisughe. Per salvare il labbro della giovane donna, per dodici giorni i chirurghi si sono avvalsi della collaborazione di alleate speciali: le sanguisughe della specie Hirudo medicinalis. L'animale succhiando il sangue ha facilitato il drenaggio.
I parassiti, però, vanno sostituiti ogni due ore. Per compensare il sangue succhiato dalle sanguisughe, la donna ha avuto bisogno di sette trasfusioni di globuli rossi concentrati.
Chiara è rimasta in ospedale per diciotto giorni, e dopo la dimissione ha continuato a seguire una terapia con farmaci per altri trenta. Ma ora, a due anni da quella sera, i medici milanesi possono dire che tutto è andato per il meglio.
I chirurghi dell'Unità operativa complessa di chirurgia maxillo-facciale spiegano: "I risultati estetici sono stati soddisfacenti in termini di forma, colore della cute, e guarigione delle ferite. Da un punto di vista funzionale, si sono ottenuti un adeguato recupero della continenza orale e mobilita' del muscolo orbicolare della bocca".