FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Performance cerebrali migliori grazie alla neurocosmesi

Potrebbe aiutare i malati di Parkinson e schizofrenia

cervello, intelligenza artificiale, robot
-afp

Si chiama neurocosmesi la tecnica controversa per migliorare le funzioni cerebrali. Basta indossare una cuffia con due elettrodi, alimentati da una batteria con corrente continua debolissima, per veder potenziate le proprie prestazioni cerebrali, con un effetto stimolante che dura da uno a dieci giorni. Se n'è discusso a Roma al VI Congresso internazionale sul cervelletto, presso la Fondazione Santa Lucia.

L'uso come doping - La tecnica non invasiva, che stimola il cervelletto con correnti dirette (Tdcs), è un'invenzione tutta italiana: a descriverne effetti, limiti e potenzialità il professor Alberto Priori, docente di neurologia dell'Università di Milano e neurologo del Policlinico.

Priori ha evidenziato che per il momento questa tecnica è stata applicata a persone sane ed è molto dibattuta dal punto di vista etico, sottolineando anche che "un uso illecito sta prendendo un certo piede in ambito sportivo come doping". "In tale ambito la Tdcs non lascia nessuna traccia" ha spiegato, aggiungendo al tempo stesso che "per i malati di Parkinson, schizofrenia e ictus, sarà un grande vantaggio, perché eviteranno l'assunzione di farmaci costosi con effetti collaterali. Per il momento per questo tipo di patologie il metodo è ancora in fase di sperimentazione, ma i risultati sono imminenti".

Potrebbe fermare la degenerazione dei neuroni - Un altro tema discusso al convegno è il legame tra un eccessivo consumo di alcool e la degenerazione del cervelletto. "Il cervelletto è una delle regioni del cervello più vulnerabili all'abuso di alcool", ha spiegato Mario Manto, neurologo presso il Fnrs (Fonds de la Recherche Scientifique) a Bruxelles.

"Tra gli effetti nocivi dell'etanolo vi sono la morte dei neuroni, una differenziazione alterata e l'indebolimento della plasticità" ha aggiunto. "C'è grande speranza che presto siano scoperte nuove cure che possano fermare la degenerazione dei neuroni o sostituire quelli persi - ha concluso- per esempio con le cellule staminali".