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Tagli alla spesa militare: 500 milioni dirottati sui centri per l'impiego

Ridimensionate le missioni in Afghanistan e Iraq. Prevista una drastica riduzione sugli acquisti di missili, droni e F35

Sarà anche attraverso il ridimensionamento delle missioni militari all'estero che verranno trovati i fondi per la riforma dei centri per l'impiego previsti dalla Manovra.

Palazzo Chigi, infatti, prevede un taglio delle spese militari da 500 milioni, con una netta riduzione degli armamenti. Oltre ai malumori nelle forze armate, pare che il taglio abbia alimentato tensioni tra il vicepremier Luigi Di Maio e il ministro della Difesa Elisabetta Trenta.

Per ora, riferisce Il Messaggero, è stato stabilito di fare rientrare dall'Afghanistan, dove sono presenti 950 militari italiani, 100 uomini subito e poi altri 100, e 50 dal presidio presso la diga di Mosul, in Iraq. Da circa un mese è stata invece potenziata la missione in Niger, con l'invio di 30 uomini per addestrare la polizia di frontiera locale, nel tentativo di arginare i flussi migratori.

Ciò che più preoccupa gli addetti ai lavori sono però i tagli agli investimenti. A cominciare dai programmi relativi alla difesa missilistica Camm-Er, il nuovo missile anglo-italiano che avrebbe dovuto rimpiazzare i vecchi sistemi antiaerei bastati sul missile Aspide. In cantiere anche tagli ai droni P.2HH, ai caccia F-35 e agli elicotteri NH90.