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Maroni: "Basta polemiche con Unhcr"

"Fondamentale ruolo dellʼagenzia Onu"

Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, dopo il botta e risposta tra l'Alto commissariato per i rifugiati e il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, cerca di gettare acqua sul fuoco.

"Vorrei che la polemica terminasse. Innalzare i toni potrebbe pregiudicare il buon lavoro che abbiamo fatto in questi dieci mesi", ha detto il ministro, per il quale l'Unhcr potrebbe svolgere un ruolo importante, anzi "fondamentale", in Libia.

"A volte il ministero degli Interni ha valutazioni diverse per quanto riguarda i respingimenti con l'organizzazione dell'Onu - ha aggiunto Maroni - ma rispettiamo le opinioni di tutti, perché ritengo non sia utile tenere toni polemici. La collaborazione con la Libia è frutto di un lavoro di 10 mesi e sono convinto che anche il ruolo dell'Unhcr in quel Paese sia fondamentale. Mi auguro quindi che le polemiche cessino - ha proseguito - perché è fondamentale mantenere un buon rapporto soprattutto per il nostro interesse".




Fini: integrare la generazione Balotelli

Per il presidente della Camera è necessario proseguire sulla strada dell'integrazione, puntando su quella cosiddetta "generazione Balotelli". L'esempio del calciatore interista calza a pennello, lui che è nato in Africa e vissuto fin da piccolo in Italia. "Balotelli parla la nostra lingua e forse anche il dialetto di Brescia - ha osservato Fini -. Quello che dobbiamo affrontare è come integrare persone italiane a tutti gli effetti, ma che con credo religiosi e culture diversi". Per Fini, la strada è quella dei diritti e dei doveri: "Tra le prime questioni - ha affermato - c'è quella dell'anteposizione delle leggi italiane ai precetti religiosi. Un imam può parlare liberamente del Corano, ma deve farlo in lingua italiana, perché dobbiamo sapere se incita alla guerra santa o spiega la religione".

Altrettanto il velo islamico che non permette alle donne di mostrare l'identità, per il presidente della Camera, non può essere accettato: "Questo è un principio che vale per gli italiani, ovvero di farsi identificare e riconoscere, e non può essere derogato per altri". Tra le opportunità di integrazione, anche quella della cittadinanza: "L'assimilazione forzata non funziona, perché determina crisi di rigetto. Altrettanto sbagliato è il melting pot inglese, cioè tanti gruppi di provenienza incapaci di integrarsi".

La strada italiana, dunque, dovrebbe passare attraverso l'insegnamento della lingua, l'accettazione di una carta dei diritti e doveri, politiche attive frutto di opportunita' offerte e di richieste di impegno.