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Legge elettorale, i dubbi della Consulta

I giudici sarebbero contrari alle liste bloccate e alla mancanza delle preferenze. Perplessità anche sul premio di maggioranza.

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L'Italicum, la riforma elettorale sottoscritta da Pd, Forza Italia e Nuovo centro destra, potrebbe infrangersi nuovamente davanti al parere della Corte Costituzionale che il 4 dicembre ha già bocciato il Porcellum. I giudici della Consulta converrebbero su un vizio di costituzionalità riguardo la mancanza delle preferenze. Quelle che la minoranza del Pd e Ncd vorrebbero reintrodurre, scontrandosi però con l'intesa raggiunta tra Renzi e Berlusconi.

La maggioranza dei giudici, riporta Repubblica, la penserebbe allo stesso modo: le preferenze ci vogliono. La riflessione che circolerebbe è questa: "Non sarei troppo sicuro nel ritenere che c'è un nostro pieno via libera a una legge elettorale in cui non sia prevista almeno una preferenza", dice una fonte anonima citata dal quotidiano. "La Corte non ha sdoganato un sistema senza preferenze", aggiunge. Insomma il vero scoglio sono le preferenze e la necessità che ce ne sia almeno una.

Ma sorgono perplessità anche sulla soglia del premio di maggioranza, quel 35% che è valutato ancora come "troppo basso". Nessun via libera incondizionato dunque al sistema spagnolo e alle liste corte da 3 a 6 candidati, presenti nel testo della proposta della nuova legge elettorale. Perché, dice ancora la fonte, "non significa affatto che un sistema senza preferenze sia costituzionale".