OLTRE L'UCRAINA

Non solo riarmo, l'Europa si vuole difendere dalla Russia anche con le paludi

Torna in auge un antico progetto di "guerra idraulica". Gli scienziati propongono di creare una fascia di zone umide per scoraggiare un'invasione russa. Il precedente della palude che salvò Kiev dalla sconfitta nel 2022

di Maurizio Perriello
30 Ago 2025 - 06:00
 Punkaharju, Finlandia © Istockphoto

 Punkaharju, Finlandia © Istockphoto

La difesa dell'Europa dalla minaccia russa potrebbe sfruttare le zone umide e le paludi sul fianco orientale della Nato. Anche crearne di nuove, ostacolando e disincentivando in questo modo eventuali invasioni di terra. Si tratta di un vecchio progetto già discusso dai vertici militari di Usa e Stati Ue, su impulso di scienziati e realtà accademiche, e che ora è tornato in auge con le politiche di riarmo e "garanzie di sicurezza" per l'Ucraina nel dopoguerra.

Noi non ce lo ricordiamo, ma tutte le guerre combattute fino a mezzo secolo fa sono state vinte o perse a causa di montagne, mari, fiumi e barriere naturali in generale. La stessa Ucraina è così importante anche perché rappresenta un'autostrada pianeggiante attraverso cui gli eserciti possono entrare in Russia senza incontrare ostacoli orografici. Da quest'ottica, anche il recente ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato assume una nuova prospettiva. La Finlandia, in particolare, è disseminata di aree naturali umide proprio al confine con la Russia. Anche Romania, Stati baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) e Polonia, avversari esistenziali di Mosca, hanno cominciato a pensarci seriamente.

La lunga "cortina umida" che ci proteggerà (?) dalla Russia

 Team di esperti di questi Paesi, oltre che di Germania e Ucraina, hanno proposto l'idea di una strategia europea di "difesa naturale" su larga scala. Il progetto prevede per gli Anni Trenta del Duemila una "cortina umida" di migliaia di chilometri di paludi e torbiere, ripristinate e bonificate, e di foreste verdi alla frontiera con la Russia. Il che consentirebbe di pigliare due piccioni con una fava:

  • scoraggiare eventuali operazioni militari russe verso Ovest;
  • perseguire la politica ambientale europea, centrando molti obiettivi di neutralità climatica e biodiversità.

La palude che salvò l'Ucraina dalla sconfitta nel 2022

 Come tutti sappiamo, nel febbraio 2022 la Russia invase su larga scala l'Ucraina ma fallì la guerra lampo che avrebbe installato un governo fantoccio a Kiev. L'Università di Yale ha evidenziato come questo è stato possibile non soltanto grazie all'indispensabile supporto occidentale, ma anche grazie a una palude bonificata. Una parte dei mezzi russi entrò nel Paese tramite la Bielorussia, attraversando una delle zone umide più estese d'Europa: le paludi del Pripjat. Si estendono tra i fiumi Pripjaty e Dnepr, nella pianura della Polesia. Questa fu scelta come autostrada dell'invasione terrestre. Per rallentarne la corsa, gli ucraini aprirono i condotti della diga su un altro fiume, l'Irpin, allagando la zone che Mosca aveva individuato per lanciare l'assalto decisivo a Kiev. Il "fiume eroe", lo chiamano. Il fango delle torbiere bloccò i carri armati russi e spinse il Cremlino a concentrare gli sforzi bellici sul fronte orientale e meridionale, in Donbass e fascia costiera sul Mar Nero. Zona in cui il conflitto si consuma ancora oggi.

I progetti europei

 "L'inondazione della valle dell'Irpin è diventata un simbolo di come la natura possa essere usata per difendersi da un invasore", ha sottolineato Oleksii Vasyliuk, zoologo dell'Accademia Ucraina delle Scienze e direttore dell'Ukrainian Nature Conservation Group. Una lezione che il ministero della Difesa polacco ha imparato, seguito dall'esercito tedesco. La Bundeswehr ha infatti inserito nell'agenda Ue per la neutralità climatica entro il 2045 un piano d'azione nazionale per la riumidificazione di ampie zone di torbiera. I tre scienziati principali del progetto - Hans Joosten, Franziska Tanneberger e Malte Schneider - hanno citato una pubblicazione bielorussa del 2016 che spiegava come le torbiere umide possano sopportare il 75% di carico in meno dei veicoli militari rispetto alle zone prosciugate. Gli agricoltori che vedrebbero i loro terreni rovinati riceverebbero a quel punto contributi economici statali per compensare le perdite.

Cosa prevede il piano europeo sulle paludi

 Il piano europeo sulle "paludi antirusse" prevede la creazione di un fondo comune Ue fino a 500 milioni di euro, pensato per finanziare nuove infrastrutture di sicurezza su un'area iniziale di oltre mille chilometri quadrati. Le risorse rientrerebbero tuttavia nella lotta al riscaldamento globale e alle emissioni nocive, non certo nelle spese militari. Un ulteriore indizio dell'impreparazione materiale dell'Ue alla guerra e della preponderanza di altri dossier, come quelli economico e climatico.
 

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