Speciale Guerra Ucraina
VERSO LA PACE?

Ucraina, cosa sono le "garanzie di sicurezza" e quali Stati europei sono disposti a inviare truppe

Il dibattito nell'Ue chiama in causa la vera natura del riarmo, che è una questione industriale e non bellica, e il ruolo della Nato, che rappresenta il vero esercito comune europeo. Ma come si muoveranno i Paesi per la difesa di Kiev?

di Maurizio Perriello
27 Ago 2025 - 11:07
 © Ansa

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L'Europa sta tornando bruscamente alla storia. Convinti per 80 anni che le guerre fossero soltanto un ricordo, gli Stati europei si sono associati in un'unione economica, ma non certo culturale o nazionale. Le rivalità e le divisioni interne sono rimaste, e oggi costituiscono il principale ostacolo alla formazione di una difesa comune. Assieme a un altro aspetto: la sudditanza all'egemonia degli Stati Uniti (evidente anche fotograficamente dall'ultimo summit alla Casa Bianca), i quali ora vogliono scaricare sulle nostre spalle parte della protezione del continente. La guerra in Ucraina e il contemporaneo riavvicinamento tra Washington e Mosca hanno inserito nel dibattito anche la questione delle "garanzie di sicurezza" richieste da Kiev. Un peso che dovremmo addossarci noi europei, con gli Stati Uniti a dirigerci. Ma che già ci fa litigare fra Paesi disposti (a parole) a inviare truppe per Kiev e Paesi contrari a un coinvolgimento diretto contro la Russia.

La campagna di riarmo risponde a questa esigenza, con Donald Trump addetto al megafono della propaganda: contro il lassismo degli europei, contro il deficit commerciale nei nostri confronti (vitale invece per restare superpotenza), contro la Nato. Peccato che l'Alleanza Atlantica sia il vero esercito europeo, nelle salde mani degli Usa. E non se ne andrà mai, né cederà il comando effettivo a francesi, tedeschi o polacchi. Da qui un'altra scomoda, ma necessaria verità: il riarmo è una questione sostanzialmente industriale, non bellica.

Quali sono queste "garanzie di sicurezza" chieste dall'Ucraina

 Da un lato gli Usa parlano con la Russia e vogliono disimpegnarsi dalla protezione diretta, dall'altro gli Stati Ue non sono pronti o motivati a schierarsi in armi in Ucraina. In mezzo c'è Kiev, che vuole essere sicura del supporto occidentale anche dopo un accordo con la Russia. Sostegno che, al netto delle dichiarazioni, resterà essenzialmente economico, finanziario e materiale, molto più difficilmente militare. Le uniche reali operazioni possibili dovranno restare nel recinto del "peacekeeping", sul modello Onu per intenderci. Fermo restando che Mosca ha bollato come "inaccettabile" anche una presenza europea di questo tipo in Ucraina. Ecco perché Kiev, come garanzia di sicurezza primaria, vorrebbe l'ingresso nella Nato. Impossibile, almeno per i prossimi anni. In alternativa si parla di una forma di associazione all'Ue, con anche altri Stati in coda per l'adesione (soprattutto nei Balcani).

Una volta finita la guerra, non prima

 Il tutto, è bene ricordarlo, potrà avvenire soltanto dopo che sarà stata concordata una qualche forma di pace. Non prima, per non entrare in guerra diretta con la Russia. Un'opzione percorribile sarebbe quella di sorvegliare lo spazio aereo ucraino. Ciò potrebbe essere fatto dislocando gli aerei europei in basi aeree esistenti nella vicina Polonia o Romania, con la partecipazione degli Stati Uniti. Il Mar Nero è un'altra area in cui le garanzie di sicurezza occidentali potrebbero contribuire a tenere a bada la flotta russa e ad assicurare il libero flusso di navi commerciali in uscita da porti come Odessa. Sulla terraferma, la situazione diventa più problematica. L'Ucraina è un paese vasto e la linea del fronte si estende attualmente per oltre mille chilometri. La "coalizione dei volenterosi" non può assolutamente radunare truppe sufficienti per salvaguardare questa linea di contatto. Anche nell'impossibile caso in cui Putin fosse d'accordo.

Quali Paesi sono pronti a inviare soldati in Ucraina

 Il termine "coalizione dei volenterosi" lo abbiamo sentito e letto fino allo sfinimento. Ma ci siamo chiesto davvero perché si sono definiti così gli europei disposti a difendere materialmente l'Ucraina? Innanzitutto perché nessuna nazione interverrebbe direttamente in una guerra in corso contro la Russia. Perfino il Regno Unito, il Paese più anti-russo che esista, non oserebbe tanto. E in ogni caso gli Usa non glielo permetterebbero. Per questo si parla di "volenterosi", cioè di funzionari e militari e addestratori che scelgono volontariamente, senza il coinvolgimento del governo d'appartenenza, di scendere in campo per Kiev. Un pretesto formale, che però sta allargando il divario tra interventisti e neutralisti. I primi sono, oltre alla Gran Bretagna:

  • Francia
  • Estonia
  • Lettonia
  • Lituania
  • Belgio

Per motivi molto diversi tra loro, che esulano dalla propaganda morale di dover difendere un Paese aggredito. Parigi è sempre pronta ad approfittare di qualunque (presunto) vuoto lasciato da Washington in Europa, per rilanciarsi come guida culturale del continente. I Paesi baltici, invece, come la Polonia sono nemici esistenziali della Russia, della quale hanno sperimentato sulla propria pelle la morsa imperiale. Il Belgio, da parte sua, è ormai soltanto metonimia dell'Ue e baluardo della retorica occidentale su democrazia e diritti.

Quali Paesi non vogliono inviare truppe in Ucraina

 Dall'altro lato della barricata europea, la maggioranza degli Stati non vuole schierare truppe nel Paese invaso. Tralasciando nazioni "filorusse" come Ungheria e Slovacchia, parliamo principalmente di:

  • Italia
  • Polonia
  • Germania
  • Spagna
  • Paesi Bassi

Anche questi Paesi hanno le loro differenze. L'Italia è sospesa tra la cieca obbedienza alla strategia americana e la volontà di mantenere relazioni future con la Russia. La Polonia è nemica esistenziale della Russia e si sta armando più di chiunque altro in Europa, ma è anche storicamente avversa allo "spreco" delle proprie risorse inviandole in Ucraina. La Germania è un caso a parte: pur avendo detto "no" all'invio di truppe in Ucraina, ora tenta di recuperare il ruolo di guida del continente con una conversione industriale però troppo rapida e il dispiegamento di piccoli reparti in Lituania. Una mossa posticcia, a voler dire "noi ci siamo" e "siamo pronti" a difendere il fianco orientale della Nato dalla minaccia russa.

Quanto vale davvero l'impegno degli Stati Ue per l'Ucraina

 Le truppe europee, francesi o italiane che siano, non entreranno mai in Ucraina per combattere l'esercito russo. Quello delle garanzie di sicurezza è, dunque, di un problema futuro. E, dato che il conflitto non si estinguerà del tutto tanto presto, si tratta di un futuro lontano. È dunque probabile che il supporto militare si concentrerà maggiormente su addestramento, intelligence e sostegno logistico, aiutando l'Ucraina a ricostruire il suo esercito in difficoltà, oltre a fornire armi e munizioni in modo continuativo. Rimane tuttavia un grosso punto interrogativo su cosa la Russia accetterà come garanzie di sicurezza per l'Ucraina. In questo senso, nessun Paese della coalizione dei volenterosi sarà disposto a inviare truppe in Ucraina se Mosca si opporrà (e lo farà) alle garanzie di sicurezza occidentali.

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