SI TEME L'ESCALATION

India-Pakistan e la paura nucleare: quanto sono potenti i due arsenali atomici

I due Paesi, rivali strategici, sono di nuovo in guerra diretta per la regione contesa del Kashmir. Le rispettive dottrine nucleari sono asimmetriche, con quella pakistana decisamente più preoccupante. Ecco quali armi atomiche hanno a disposizione

di Maurizio Perriello
10 Mag 2025 - 09:44
 © Afp

© Afp

India e Pakistan sono diventate le uniche potenze nucleari del mondo a impegnarsi in una guerra diretta fra loro. Scatenando il panico di Paesi vicini e lontani. A partire dalla confinante Cina, alleata e fornitrice militare del Pakistan, e dagli Stati Uniti, che nell'area asiatica e indo-pacifica detengono grandi basi ed enormi interessi strategici. I timori che un incidente inneschi l'escalation atomica crescono di pari passo con gli scontri alla frontiera tra i due Paesi. Ma quanto sono potenti e temibili gli arsenali atomici dei due Paesi?

Gli arsenali nucleari di India e Pakistan a confronto

 La potenza dei rispettivi arsenali nucleari sostanzialmente si eguaglia. L'India dispone di circa 160 testate nucleari, mentre il Pakistan ne possiede almeno 170 (alcuni analisti alzano il numero a 200). Entrambi i Paesi investono ingenti fondi statali nella modernizzazione e nella corsa atomica, in missili balistici a lungo raggio, sottomarini a propulsione nucleare e sistemi avanzati di comando e controllo. Una corsa al riarmo che, unita alla crisi di comunicazione e deterrenza, aumenta notevolmente il rischio di errore di calcolo o reazioni sproporzionate.

I sistemi di lancio di testate atomiche

 Entrambi i Paesi dispongono di una varietà di sistemi di lancio terrestri, aerei e, nel caso dell'India, anche marittimi. Il gigante asiatico possiede una gamma di missili balistici, inclusi missili a corto raggio (Prithvi-II, Agni-I), a medio raggio (Agni-II, Agni-III, Agni-IV) e intercontinentali (Agni-V, con una gittata stimata fino a 8mila chilometri, e in fase di sviluppo l'Agni-VI con una gittata potenziale superiore). L'India sta inoltre sviluppando una triade nucleare, con capacità di lancio da sottomarini (Slbm), e dispone anche di aerei da combattimento in grado di trasportare armi nucleari, come il Rafale. L'arsenale pakistano si basa invece principalmente su missili balistici mobili a corto e medio raggio, in grado di colpire il confinante. Tra questi figurano lo Shaheen-III (con una gittata dichiarata di 2.750 chilometri), il Ghaznavi e l'Ababeel. Islamabad dipende tuttaviqa in gran parte da aerei da combattimento di fabbricazione francese (Mirage III/V) e statunitense (F-16 A/B) modificati per il trasporto di armi nucleari. Sta anche sviluppando missili da crociera lanciati dall'aria (Alcm), come il Ra'ad, e ha testato un missile da crociera lanciato dal mare, il Babur-3, sebbene non disponga ancora di una piena capacità di deterrenza basata sul mare.

La dottrina nucleare di India e Pakistan: dobbiamo preoccuparci?

 Né l'India né il Pakistan sono firmatari del Trattato di non proliferazione nucleare. Tuttavia, entrambi i Paesi aderiscono a un accordo bilaterale che vieta l'attacco reciproco alle installazioni atomiche, scambiandosi annualmente gli elenchi delle proprie strutture nucleari. Ciononostante, la mancanza di trasparenza sulle dimensioni e le capacità esatte dei loro arsenali rimane una fonte di preoccupazione internazionale. In sintesi, India e Pakistan possiedono arsenali nucleari di dimensioni comparabili, ma con differenze significative nelle rispettive dottrine nucleari, che si definiscono appunto "asimmetriche". Nuova Delhi ha adottato una politica di "non primo uso" (Nfu, "No first use"), impegnandosi a utilizzare per prima le armi nucleari solo in risposta a un attacco analogamente nucleare contro il suo territorio o le sue forze. A rendere lo scenario ancora più instabile è la dottrina del "first use" del Pakistan, detta anche "dottrina di rappresaglia", che prevede l'impiego di armi nucleari anche in risposta a minacce convenzionali (cioè non atomiche) ma considerate "esistenziali". Sulla scia della dottrina russa. Il Pakistan ha inoltre sviluppato armi nucleari tattiche a corto raggio, come il missile Nasr, destinate all'uso sul campo di battaglia per contrastare forze convenzionali superiori.

Si va verso l'escalation nucleare?

 Al netto di potenziali incidenti irrazionali, né all'India né al Pakistan conviene un'escalation incontrollata. Non a caso, Islamabad ha provveduto subito a correggere le notizie su una riunione del Comitato nazionale che si occupa della risposta atomica. La minaccia resta comunque un'arma più efficace per il Pakistan, visto che l'India detiene un vantaggio innegabile sul piano delle forze armate e della guerra convenzionale. La disputa sul Kashmir rimane la miccia principale. Attacchi terroristici con presunti legami in Pakistan, come l'attentato di Pahalgam, portano a forti pressioni interne in India per una risposta decisa al vicino rivale, aumentando il rischio di rappresaglie militari che potrebbero esulare dal controllo.

Ti potrebbe interessare

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri