L'India attacca il Pakistan, raid su diverse città
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L'esercito lancia l'Operazione "Bunyanun Marsoos", nome ripreso da un versetto coranico che significa "muro indistruttibile". Colpite basi militari e un deposito di missili
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Il Pakistan ha lanciato il suo contrattacco di risposta "all'aggressione indiana", colpendo l'aeroporto di Pathankot e la base aerea di Udhampur in una rappresaglia definita "occhio per occhio". L'esercito ha affermato di aver avviato l'Operazione "Bunyanun Marsoos", nome ripreso da un versetto coranico che significa "muro indistruttibile". Nella città indiana di Jammu, i raid hanno provocato almeno cinque morti e blackout.
Il primo ministro pakistano, Shehbaz Sharif, ha convocato una riunione dell'Autorità di Comando Nazionale nel contesto dell'escalation del conflitto con l'India. L'autorità è l'organismo principale che prende decisioni sul controllo, il comando e le operazioni delle armi nucleari del Paese. Di solito, una riunione dell'autorità viene convocata soltanto in situazioni di guerra per discutere di questioni nuclearn. "Non ci piacerebbe vedere che la soglia nucleare venisse superata", ha detto il ministro pakistano per la Pianificazione e lo Sviluppo, Ahsan Iqbal.
Sono state prese di mira anche le basi aeree indiane utilizzate per lanciare missili contro il Pakistan. Dopo aver subìto raid su tre basi militari, il governo pakistano aveva scritto che "l'India deve ora prepararsi a risponderne". Qualche giorno fa il gigante asiatico aveva scagliato un massiccio attacco contro quelle che ha definito cellule terroristiche nel Paese confinante, nell'ambito dell'Operazione Sindoor inaugurata in risposta ad alcuni attentati nella regione contesa del Kashmir.
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L'esercito pakistano ha inoltre distrutto il deposito indiano di missili da crociera BrahMos a Beas, vicino ad Amritsar, da cui sono stati lanciati missili contro il Paese. Ulteriori attacchi sono stati effettuati contro il quartier generale della brigata a KG Top, un deposito di rifornimenti a Uri, postazioni di artiglieria a Derangyari e un sito missilistico a Nagrota.
I Paesi membri del G7 hanno chiesto una "de-escalation immediata" tra India e Pakistan e hanno invitato le due potenze nucleari, impegnate nel loro più grave scontro militare degli ultimi due decenni, "a esercitare la massima moderazione". La continua escalation militare "costituisce una seria minaccia alla stabilità regionale", hanno affermato in una dichiarazione, incoraggiando i due Stati "a impegnarsi in un dialogo diretto in vista di una soluzione pacifica".