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Myanmar,testimone:"Tanti i morti"

"Polizia minaccia parenti vittime"

La maggior parte dei negozi sono chiusi e molte attività ferme a Yangon, la principale città di Myanmar, dove poliziotti e soldati sono dispiegati in massa, secondo quanto indicato da testimoni.

Numerose linee di autobus hanno interrotto le loro corse e camion militari pattugliano le strade. Molti impiegati e operai hanno ricevuto istruzioni di non recarsi al lavoro e di tornarci solo quando "la situazione sarà stabile".

18.51 - "Temo che le vittime siano molte di più di quanto sia stato riferito", ha affermato il premier Gb Brown che in precedenza aveva condannato in modo aspro la repressione ordinata dalla giunta militare.

18.30 - La Casa Bianca condanna l'isolamento da Internet imposto dalla giunta militare. "Non vogliono far vedere al mondo ciò che sta accadendo", ha dichiarato il portavoce dell'amministrazione Usa. Il presidente Bush ha parlato della situazione a Yangon con il premier britannico Gordon Brown. Per entrambi è importante che "i Paesi della comunità internazionale continuino a esprimere le loro opinioni sulla giunta", che "deve astenersi dal ricorso alla violenza e prepararsi a una transizione pacifica alla democrazia".

16.24 - "La Brigata 66 si è unita ai manifestanti ed è pronta a sfidare la Brigata 77 se farà uso della forza": è la testimonianza rilasciata dal professor B. T. Win, segretario del ministero degli Affari esteri birmano dal 1974 al 1978. La dichiarazione conferma le voci - che si rincorrono sulla rete, nonostante il blocco causato dalla giunta militare - sulle defezioni nell'esercito di fronte alla protesta pacifica dei monaci.

16.11 - Il Vietnam ha lanciato un appello alle ''parti in causa'' affinché mostrino moderazione, visti i ''recenti sviluppi delle proteste nel Myanmar'' e ha chiesto che diano inizio a dei negoziati pacifici per ''stabilizzare la situazione''. Hanoi ''attende che le parti in causa nel paese diano prova di moderazione e risolvano le loro divergenze attraverso negoziati pacifici per permettere alla situazione di stabilizzarsi rapidamente'' ha fatto sapere il ministro degli esteri vietnamita Le Dung.

15.17 - Alcuni soldati hanno riposto le armi e si sono inginocchiati in segno di rispetto davanti ai monaci a Mandalay, riferisce Khin Maung Win, vice direttore della radio Voce Democratica della Birmania, che trasmette da Oslo. La 33esima divisone di stanza a Mandalay, seconda città del Paese, verrà sostituita dopo che i soldati si sono rifiutati di aprire il fuoco. Truppe si sono rifiutate di sparare almeno in un'altra occasione a Yangon.

14.00 - Non corrono pericoli per il momento gli italiani che si trovano nel Myanmar. Lo ha detto l'ambasciatore d'Italia nel Paese, Giuseppe Cinti. "Nessun problema, per il momento, per la comunità italiana residente nell'ex Birmania", ha rassicurato Cinti. Si tratta in tutto di una cinquantina di persone che vivono tra Yangon e il resto del Paese e per le quali non è necessaria l'evacuazione.

13.51 - Soldati dell'Esercito birmano hanno occupato due monasteri buddhisti alla periferia di Yangon. Lo hanno riferito testimoni oculari.

13.01 - A Yangon la situazione è molto più grave di quanto venga riportato dai media internazionali e tra i manifestanti "le vittime sono di gran lunga più numerose" di quanto vorrebbe far credere la giunta militare al potere. Inoltre - ha riferito all'Ansa un testimone in loco - "le famiglie birmane che hanno subito perdite vengono minacciate dai militari affinché dichiarino che i loro congiunti sono morti per cause naturali e non durante le manifestazioni''.

12.38 - La giunta militare birmana ha esteso il coprifuoco notturno alla zona orientale di Yangon. Si tratta del distretto di Okkalapa meridionale dove sono stati uccisi otto manifestanti. Nonostante la presenza di truppe e di polizia in assetto anti-sommossa continuano in quest'area a crearsi assembramenti di dimostranti. Il provvedimento entra in vigore dalle 18 alle 6. L'intera Yangon e Mandalay, la seconda città del Paese, è da martedì sotto coprifuoco dalle 21 alle 5.

11.40 - Aerei militari sono stati visti in giornata levarsi in volo dalla base di Matehtilar, nel Myanmar. Contemporaneamente, sono stati notati movimenti di truppe di fanteria leggera della 33.a e della 99.a divisione dell'Esercito.

11.17 - Sono diventati almeno 10.000 i manifestanti che si stanno radunando nel centro di Yangon. I militari caricano i manifestanti usando lacrimogeni e manganelli e sparano in aria. Lo indicano testimoni sul posto.

10.15 - I soldati birmani hanno caricato gruppi di manifestanti che hanno cercato di radunarsi nel centro di Yangon ed è stato udito anche uno sparo, secondo quanto indicano testimoni sul posto. I manifestanti sono circa un migliaio. Alcuni hanno lanciato insulti ai militari, che presidiano con camionette e filo spinato tutti i punti critici del centro, comprese le pagode di Shwedagon e Sule.

09.36 - Insulti e imprecazioni vengono lanciati ai militari birmani che presidiano l'ex capitale Yangon dalla gente nelle strade. Uomini sono stati uditi gridare in inglese ''Fuck you. Go fuck yourself'' ai soldati, che rispondono con piccole cariche o invitano con gli altoparlanti la folla a disperdersi. Aerei pieni di militari si sarebbero levati in volo e truppe dal centro del Paese si starebbero muovendo verso Yangon. 

09.06 - Centinaia di persone, alcune munite di bastoni, hanno iniziato dopo mezzogiorno a riunirsi a Yangon nella strada che conduce alla pagoda di Sule, centro delle proteste degli ultimi giorni. I manifestanti stanno raggiungendo il luogo in aperta sfida al regime, che ha proclamato questa pagoda e altre quattro della città zone proibite alla cittadinanza. Un'altra folla si sta radunando alla pagoda Thakayta, nella parte orientale della ex capitale birmana.

09.01 - Il bilancio delle vittime della sanguinosa repressione contro i manifestanti sarebbe in realtà molto più elevato rispetto alle cifre ufficiali: lo ha denunciato l'ambasciatore d'Australia nell'ex Birmania, Bob Davis. Ufficialmente i morti sarebbero dieci, ma a detta del diplomatico di Canberra le vittime sarebbero molte di più.

08.13 - La giunta al potere nell'ex Birmania sembra aver fatto tagliare l'accesso a Internet, nell'intento d'impedire la trasmissione on line di fotografie, video e persino semplici notizie su quanto sta accadendo nel Paese asiatico, unica fonte d'informazione all'esterno. Abbassate le saracinesche di tutti i bar della città dotati di terminali, nessuna risposta al telefono dagli uffici del maggiore provider nazionale.

07.35 - La giunta militare birmana ha dichiarato "no-go zone", zona interdetta, i dintorni di cinque monasteri buddisti, al fine di bloccare l'ondata di protesta anti-governativa. Lo riferiscono alcuni diplomatici. Le autorità birmane hanno comunicato la mappa delle "zone di pericolo" ai diplomatici del sudest asiatico: i dintorni di cinque santuari buddisti, tra cui le pagode di Shwedagon e Sule a Rangoon, sono interdette all'accesso e militarizzate.

06:59 - La maggior parte dei negozi sono chiusi e molte attività ferme a Yangon, la principale città di Myanmar, dove poliziotti e soldati sono dispiegati in massa, secondo quanto indicato da testimoni. Numerose linee di autobus hanno interrotto le loro corse e camion militari pattugliano le strade. Molti impiegati e operai hanno ricevuto istruzioni di non recarsi al lavoro.

6:30 - La giunta militare birmana ha dichiarato "no-go zone", zona interdetta, i dintorni di cinque monasteri buddisti, al fine di bloccare l'ondata di protesta anti-governativa. Lo riferiscono alcuni diplomatici.

06:19 - Il governo giapponese ha deciso di chiedere chiarimenti alle autorità birmane sull'uccisione di un cronista nipponico durante la sanguinosa repressione di una protesta popolare giovedì a Yangon. Lo ha reso noto il 'numero due' del governo Nobutaka Machimura, escludendo però per il momento una sospensione degli aiuti di Tokyo allo sviluppo birmano.

05:50 - Incidenti sono scoppiati nella capitale australiana Canberra fra manifestanti e polizia quando un centinaio di persone ha cercato di dare l'assalto all'ambasciata di Myanmar. Dopo essere stati respinti dagli agenti antisommossa, i dimostranti, scandendo slogan in favore della democrazia, hanno bruciato bandiere e inscenato un sit-in nella strada dove si trova la sede diplomatica.

05:00 - Circa 1.200 cittadini birmani, secondo la polizia malese, hanno protestato nella capitale della Malaysia Kuala Lumpur contro la sanguinosa repressione delle manifestazioni nel Myanmar.