Jackson rischia prigione e povertà
Ore dʼansia tra sentenza e debiti
Il verdetto si avvicina e la tensione cresce.
Sta per scattare l'ora x di Michael Jackson, in attesa da giorni della sentenza nel processo che lo vede indagato per abusi su minori. Thomas Mesereau, il legale di Jacko, che non ha voluto rilasciare nessun commento sul processo in corso, è intanto impegnato in questi giorni in una dura battaglia per impedire il fallimento della famosa pop star.
Prigione e povertà. Gli sta crollando tutto addosso, poco alla volta, come un castello di carte senza fondamenta. O con fondamenta dorate, troppo costose. Sono i vizi che lo stanno portando alla rovina. I soldi male investiti e le abitudini sbagliate. E' come se fosse arrivato, dopo un lungo viaggio, di fronte ad una strada sbarrata. Di fronte un muro di insormontabile, la condanna possibile e, bene che vada, i problemi con i creditori da affrontare per evitare il fallimento.
Michael Jackson ha sperperato tutto. Si è costruito il suo paradiso privato, non ha rinunciato a nulla, si è straviziato. Ha vissuto una vita parallela e senza freni e adesso gli tocca fare i conti con la realtà. Una condanna per chi, in fondo, si era inventato un suo mondo da favola. Jacko è un dannato, come le grandi star della musica e del cinema. Come quelli che restano nella storia. Quelli che, alla fine di tutto, perdono. E' una miseria quella che gli resta: i creditori hanno messo gli occhi sul suo catalogo musicale, che contiene i diritti di 251 canzoni dei Beatles, tra cui le leggendarie "Yesterday" e "Hey, Jude". Vogliono tutto, vorranno tutto. Fine della favola, niente sconti. Si sperpera anche pagando i propri errori. Niente negozi extralusso. Semmai mercatino dell'usato.