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Gb, no del parlamento a un'azione in Siria
Gli Stati Uniti valutano un intervento unilaterale

Cameron: "Rispetterò la decisione del popolo britannico". Assad: "Pronti a reagire"

Getty

L'eventuale risposta americana all'uso di armi chimiche in Siria sarà "molto discreta e limitata". Lo afferma il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, respingendo i paragoni con l'Iraq. A complicare la situazione è arrivata la bocciatura del parlamento inglese alla mozione del governo su un'eventuale azione militare. E ora gli Usa valutano la possibilità di un intervento armato unilaterale

Gb, il parlamento boccia Cameron - La mozione inglese caldeggiata dal premier Cameron è stata respinta con 285 voti contrari, a fronte di 272 favorevoli. Il primo ministro ha preso atto della decisione e ha assicurato che agirà di conseguenza: "Mi è chiaro che il parlamento e il popolo britannici non sono favorevoli a un'azione", ha commentato. Nel pomeriggio, su un'ipotesi di intervento, aveva precisato che sarebbe stata "impensabile" se ci fosse una "vasta opposizione" tra i 15 Paesi del Consiglio di sicurezza dell'Onu.

Ministro inglese: "Noi fuori, ma intervento ci sarà" -
Il segretario britannico alla Difesa, Philip Hammond, ha confermato che il Regno Unito resterà fuori da un'eventuale azione militare in Siria, ma ha aggiunto di ritenere che un intervento (da parte degli Usa) ci sarà comunque. Hammond ha anche detto che la decisione di Londra di sfilarsi lascerà "delusi" gli Stati Uniti, che da sempre coltivano un'alleanza privilegiata con i britannici.

Gli Usa verso un'azione unilaterale - Gli Stati Uniti starebbero ora valutando la possibilità di un intervento armato unilaterale in Siria. Lo annuncia la Cnn, citando fonti della Casa Bianca, e confermando le voci già riportate dal New York Times. "Gli Usa - ha rivelato la fonte -, prendendo atto del voto della Camera dei Comuni inglese, sono tuttavia determinati ad assumere le scelte che vanno assunte".

Obama: "Deciderò in base agli interessi americani" -
Il presidente americano Barack Obama deciderà sulla base degli interessi americani. " Continueremo a consultarci con il governo britannico, uno dei nostri amici e alleati più vicini", ma le decisioni di Obama sono "guidate da quello che è nell'interesse degli Stati Uniti", ha dichiarato il portavoce del Consiglio alla sicurezza nazionale, Caitlin Hayden. "E' di cruciale interesse americano fare in modo che chi s'è assunto la responsabilità di violare le regole usando armi chimiche debba risponderne", ha poi ribadito la Casa Bianca.

Germania e Francia in attesa del rapporto degli ispettori - La cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande sono d'accordo sul fatto che l'attacco con armi chimiche in Siria "non può rimanere" senza risposta. Tutti ora sembrano però voler attendere il rapporto degli ispettori dell'Onu, che termineranno la loro indagine venerdì e ripartiranno dalla Siria sabato.

Bonino: "Aspettiamo la proposta della risoluzione Onu" - Cautela dal ministro degli Esteri, Emma Bonino. "E' preoccupante - spiega in un'intervista alla Cnn - che si stia già preparando una coalizione di volenterosi ancora prima della proposta di una risoluzione Onu. Francamente, non so cosa voglia realmente fare questa coalizione. Punire Assad? Porre fine al conflitto? Non lo so, non mi è chiaro".

Gli Usa schierano la quinta nave da guerra - Intanto, mentre i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu sono tornati a riunirsi, l'apparato militare internazionale nel Mediterraneo Orientale continua a crescere minacciosamente: nelle ultime ore, gli Stati Uniti hanno inviato nelle acque al largo della costa siriana un'altra nave da guerra, la quinta, oltre ad un sommergibile. Una unità lanciamissili, con a bordo quattro elicotteri, ha attraversato il canale di Suez.

Assad: "Ci difenderemo dalle aggressioni" - Il leader siriano, Bashar al Assad, non intende mollare e si dice pronto a difendere il Paese da qualunque attacco. Lo ha riferito la tv di Stato di Damasco attribuendo le frasi proprio al presidente. "Le minacce di aggressione contro la Siria non fanno che aumentare il nostro impegno verso l'indipendenza del nostro popolo: la Siria si difenderà di fronte a qualsiasi aggressione".