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Castlevania e oltre: il mito del conte Dracula nei videogiochi

L’antagonista – e, occasionalmente, protagonista – perfetto

Quando, nel 1897, lo scrittore irlandese Bram Stoker pubblicò la sua opera più celebre, Dracula, il mondo letterario scoprì una nuova forma di orrore; agli atti terribili, raccontati dalle voci dei diversi narratori del libro, si affiancava l’immagine di una creatura dotata di un grande carisma. I vampiri sono figure antiche e molto diffuse nel folclore di tutta Europa, ma Dracula condivideva pochi tratti, al di là della sete di sangue, con i suoi “simili” est-europei: questi ultimi venivano ritratti come orribili mostri, mentre la creatura descritta da Stoker era nobile e affascinante – ma anche, naturalmente, terribile e letale.

Il personaggio, neanche a dirlo, ha avuto nel tempo una successo incredibile. È comparso in una serie interminabile di opere cinematografiche (considerando sia quelle incentrate su di lui, sia le pellicole in cui compariva come comparsa), come il Dracula del 1931 interpretato da Bela Lugosi o Dracula di Bram Stoker di Coppola, in cui a vestire i panni del vampiro più celebre di sempre c’era (nientepopodimeno che) Gary Oldman. L’opera di Stoker riuscì a plasmare l’immagine del vampiro nella cultura popolare moderna, ed era inevitabile che questo personaggio finisse per comparire anche nel mondo dei videogiochi.

 

L’anno del debutto videoludico di Dracula fu il 1986 – peraltro con una doppia apparizione. Da un lato abbiamo Nosferatu the Vampyre, pubblicato su Commodore 64, Spectrum e Amstrad CPC: si trattava di un’avventura realizzata con licenza ufficiale, adattamento del film tedesco omonimo del 1979, a sua volta tratto dall’opera di Bram Stoker. Una sorta di ponte tra tre mondi differenti, che riassume alla perfezione il viaggio compiuto dal celebre vampiro tra un medium e l’altro. Il confronto con l’altro videogioco distribuito in quello stesso 1986 è però abbastanza inclemente, specialmente dopo così tanti anni: è stato proprio in quell’anno che Konami dette inizio alla saga di Castlevaniadi cui peraltro abbiamo già parlato in questa rubrica, ricordate?

 

Dracula
IGN

 

Nella serie, Dracula ha fatto quasi sempre da antagonista, finendo occasionalmente nelle mani del giocatore come personaggio giocabile (nella saga Lords of Shadow) e, anche quando non era direttamente presente, il suo nome continuava a riecheggiare nelle sale lugubri attraversate dai membri del clan Belmont. Certo, questa versione del personaggio di Bram Stoker è senza dubbio differente da quella del libro che l’ha ispirata, ma qui c’erano di mezzo anche evidenti motivazioni ludiche: (anche) per questo Dracula non se ne va in giro limitandosi ad azzannare giovani vergini, ma comanda schiere di bestie demoniache ed è in grado di trasformarsi a sua volta in creature terrificanti.

 

Come ha fatto Dracula a rimanere in piedi nonostante tutte le generazioni di cacciatori di vampiri che gli hanno dato la caccia, arrivando per giunta ai titoli di coda dopo averlo sconfitto? Facile, resurrezione! E c’era fin dall’inizio un modo per intuire questa capacità: come dichiarato dal game director dei primi capitoli, Hitoshi Akamatsu, il fatto che il corpo del conte finisse in mille pezzi sparsi in giro dopo la sconfitta della sua prima manifestazione (la prima fase dello scontro, diremmo oggi) era un riferimento a questo “finale aperto”. Non solo: ha dato l’input per la storia del secondo capitolo, che vede Simon Belmont andare alla ricerca dei pezzettini del corpo del conte!

 

Dracula
IGN

 

La più tarda apparizione del Dracula di Castlevania è quella a cui abbiamo assistito in Super Smash Bros. Ultimate (2018), che però si è dovuto piegare a regole un po’ più rigide in fatto di dress code: per comparire nell’acclamatissimo picchiaduro Nintendo infatti, l’artwork utilizzato come ritratto in gioco è stato ripulito da ogni traccia di sangue… per evitare che queste macchie alzassero il rating del gioco nelle certificazioni PEGI e simili. Questo, alla fine, avrebbe impedito ai più giovani di giocare, privando molti del piacere di farlo… e Nintendo di un bel po’ di copie vendute.

 

Ma la serie di Castlevania non è stata certo l’ultima, in ordine cronologico, ad accogliere la figura terribile del conte Dracula. Appena due anni dopo il debutto della saga Konami, nel 1988, Ubisoft se ne uscì con Night Hunter, un platform in cui il giocatore manovrava un vampiro identificato, all’interno del manuale del gioco, proprio come Dracula. Nel 1999 gli sviluppatori francesi di Microïds pubblicarono Dracula: la resurrezione, un’avventura ben più collegata al libro di Bram Stoker – al punto da essere un seguito diretto. L’operazione andò talmente bene da permettere allo studio di produrre quattro seguiti, di cui l’ultimo uscito nel 2013. Nel frattempo, nel 2008, gli ucraini di Frogwares, dopo aver avuto a che fare con un altro personaggio illustre della letteratura (Sherlock Holmes), pubblicarono un’avventura grafica chiamata Dracula: Origin.

 

Data la popolarità del personaggio e l’influenza che ha ancora oggi sull’immaginario collettivo, è lecito immaginarsi – o, a seconda dei gusti, addirittura sperare – un nuovo ritorno del conte vampiro nel prossimo futuro. Con o senza cacciatori alle calcagna!

 


 

Vieni su IGN Italia per altre notizie e video su questo gioco!

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