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Salva-banche, la lettera riservata dellʼUe bocciò la "linea morbida"

Il governo voleva usare il Fondo interbancario a garanzia dei depositi: per i commissari a Concorrenza e Stabilità sarebbe stato un aiuto di Stato

Commissione
tgcom24

Potrebbe essere pubblicata oggi sul sito del ministero dell'Economia una lettera riservata del 19 novembre in cui i commissari Ue alla Concorrenza e alla Stabilità, Margrethe Vestager e Jonathan Hill, sollevano forti obiezioni all'uso del Fondo interbancario di tutela dei depositi nel caso di banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara.

"Di fatto un aiuto di Stato", sarebbe stato il parere dei due commissari, che dunque - secondo quanto riportano Il Corriere della Sera e il Messaggero - avrebbero bocciato la prima ipotesi del governo, quella di un salvataggio che non colpisse azionisti ed obbligazionisti, i cui titoli erano comunque già svalutati.

L'idea di partenza, infatti, era quella di varare un decreto per salvare i quattro istituti senza colpire i risparmiatori, tramite le risorse del Fondo interbancario (in cui confluiscono i contributi di 208 banche italiane per un totale di 2,2 miliardi di euro). In ambito europeo, però, tutti gli interventi pubblici di sostegno finanziario sono sottoposti ai vincoli dei trattati comunitari e al controllo della Commissione.

E qui è scattato il dissenso con Bruxelles: mentre il governo considerava di provenienza privata il denaro del Fondo interbancario, i commissari Ue avrebbero interpretato l'eventuale decreto come una forma di intervento pubblico, perché sarebbe stato l'esecutivo a decidere come utilizzare le risorse espropriate ai privati (anche recentemente l'Ue si è espressa contro gli aiuti di Stato).

A questo punto, prima di ricorrere al decreto Salva-banche e penalizzare i correntisti, il governo ha chiesto ai commissari di prendersi le proprie responsabilità mettendo nero su bianco le ragioni della loro opposizione, in un carteggio non certo pensato per essere pubblicato, ma che - riferisce il Corriere - potrebbe essere presto disponibile online: una mossa che forse attenuerebbe le critiche degli ultimi giorni nei confronti del premier, ma rischia di metterlo in una posizione ancora più scomoda davanti a Bruxelles.