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RBC BlueBay AM spiega perché il credito investment grade europeo è tornato attraente

La geopolitica è il rischio maggiore perché è molto difficile da prevedere e ha inoltre il potenziale per condizionare l'inflazione: resta comunque possibile ricavare buoni rendimenti adeguati al rischio per tutto il 2024

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Dopo un 2022 disastroso per i mercati obbligazionari e un 2023 che si è concluso in territorio positivo solo grazie agli ultimi due mesi, quest'anno la volatilità dei tassi si è attenuata. L'interesse per il reddito fisso è cresciuto grazie anche ai messaggi dei policymaker delle banche centrali secondo cui i tassi hanno raggiunto il picco e potrebbero muoversi leggermente verso il basso. “Un contesto che rafforza i tradizionali investitori long-only, che stanno tornando a puntare nuovamente sul reddito fisso. In particolare, come testimoniato dai flussi sui fondi specializzati, sul credito investment grade” fa sapere Marc Stacey, Senior Portfolio Manager di BlueBay, Investment Grade.


NON È SOLO UNA QUESTIONE DI TASSI
Certo, ammette il gestore, i tassi core rappresentano un fattore determinante per prevedere i rendimenti complessivi delle obbligazioni investment grade, ma anche il premio derivante dallo spread aggiunge appeal all'asset class. “I rendimenti sono prossimi ai massimi decennali, ovvero al 4% circa nell'area euro e superiori al 5% in dollari, ma anche gli spread offrono un discreto potenziale di guadagno, soprattutto in Europa”, riferisce Stacey.


IMPRESE EUROPEE IN BUONE CONDIZIONI
Gli spread creditizi delle società europee sono infatti relativamente interessanti e superano i 130 punti base (pb): basti pensare che, negli ultimi cinque anni, sono stati più ampi di 130 pb soltanto nel 30% dei casi. “Dal punto di vista dei fondamentali” spiega il manager “le imprese europee sono in buone condizioni, con la maggior parte dei bilanci in grado di resistere a qualsiasi flessione ciclica o di crescita che potremmo sperimentare. Per quanto riguarda la copertura degli interessi e la dinamica del rifinanziamento del debito, gran parte del lavoro è stato fatto nel corso del 2020, quando i rendimenti erano incredibilmente bassi”.


L'OFFERTA DI NUOVE OBBLIGAZIONI SOCIETARIE
L'offerta di nuove obbligazioni societarie è stata significativamente inferiore dopo il 2020, quando abbiamo assistito a un massiccio aumento dell'offerta di circa 400 miliardi di euro. “Si stima che si raggiungerà un volume di emissioni compreso tra 230 e 290 miliardi di euro, analogamente a quanto sperimentato nel 2021 e nel 2022: l'anno scorso si è raggiunta quota da 290 miliardi di euro. Quest'anno l'offerta netta di obbligazioni societarie dovrebbe essere moderata, anche perché non vi è alcuna importante attività di fusione e acquisizione da finanziare” specifica il gestore di RBC BlueBay Asset Management.


RISCHI ALL'ORIZZONTE
La geopolitica è il rischio maggiore all'orizzonte, anche perché è molto difficile da prevedere e ha anche il potenziale per condizionare l'inflazione. I costi di spedizione hanno già iniziato ad aumentare con la crisi del Mar Rosso e questo ha un impatto diretto sull'Europa. Se le tariffe di spedizione raddoppiassero o triplicassero nuovamente, l'inflazione potrebbe ripartire. La capacità della BCE di tagliare i tassi se l'inflazione permane su questi livelli – o addirittura si muove al rialzo – diventerebbe sempre più problematica.


EUROPA: DINAMICHE DI CRESCITA ROBUSTE
Il ritardo della politica monetaria europea potrebbe anche scompaginare il percorso e le prospettive di crescita a causa dell'enorme aumento dei tassi che in pochi mesi sono balzati da zero, o da livelli negativi, a 400 punti base (+4,00%). Questo potrebbe rivelarsi un effetto frenante, con ripercussioni per gli spread creditizi. “Tuttavia”, argomenta Stacey “le dinamiche di crescita sono relativamente robuste e non riteniamo che ciò sia particolarmente preoccupante, soprattutto per quanto riguarda i tassi e i rendimenti core: il flusso cedolare odierno è tale da proteggere l'investitore da un ampliamento degli spread creditizi”.


FARE SPAZIO ALL'INVESTMENT GRADE EUROPEO
Un'ingente quantità di denaro è stata riversata nei fondi del mercato monetario: soltanto negli Stati Uniti questa cifra sfiora i seimila miliardi di dollari, attratti dai generosi tassi correnti che remunerano la liquidità. Tuttavia, se vedremo i primi tagli dei tassi la situazione potrebbe cambiare. “Quando quel 5% abbondante che oggi si ottiene negli Stati Uniti sulla liquidità tenderà verso il 3,8% che noi riteniamo possibile nel corso di quest'anno, allora una parte significativa di quei 6.000 miliardi di dollari inizieranno a orientarsi sul reddito fisso. Questa tendenza è iniziata e dovrebbe continuare per tutto quest'anno. Di conseguenza, riteniamo che le società europee siano particolarmente interessanti e dovrebbero offrire buoni rendimenti adeguati al rischio per tutto il 2024”, conclude il Senior Portfolio Manager di BlueBay.


Contenuto a cura di Financialounge.com