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Scudo anti-spread, il veto di Finlandia e Olanda

I due Paesi rimettono in discussione lʼaccordo raggiunto al vertice europeo

Ap/Lapresse

Nonostante l'accordo raggiunto al vertice Ue di giovedì, Olanda e Finlandia intendono bloccare lo scudo anti-spread e la possibilità da parte dei fondi salvastati di acquistare bond dei Paesi in difficoltà sul mercato secondario. Lo comunica il governo di Helsinki in Parlamento. Per la Finlandia al summit "non si è raggiunto un consenso unanime sul tema". Per il ministero delle Finanze olandese si valuterà caso per caso ma serve l'unanimità.

Il punto sul quale Olanda e Finlandia tornano a intervenire era stato oggetto di dure controversie al vertice della scorsa settimana. E i due Paesi hanno ritenuto opportuno richiamarvi di nuovo l'attenzione proprio perché non ritengono che ci sia stato realmente un consenso di tutti al riguardo. "La Finlandia - dicono dunque ad Helsinki - è tra gli Stati che si oppongono all'acquisto dei bond sul secondario".

E così, insomma, la Finlandia ha detto chiaramente che intende bloccare gli acquisti sul mercato secondario di bond governativi da parte del fondo salvastati, cioè lo European stability mechanism. Secondo quanto riferisce l'agenzia Reuters, il governo finlandese avrebbe affermato, in un'informativa inviata a una commissione del Parlamento, di aver agito per impedire che il piano diventasse operativo.

"A causa dell'intervento della Finlandia, e tra gli altri, dell'Olanda - si legge sul'informativa del primo ministro Jyrki Katainen - la possibilità di operazioni dell'Esm sul mercato secondario è stata bloccata". Per essere effettuati, gli acquisti di bond sul mercato secondario devono essere approvati da tutti i 17 membri dell'Eurozona. Nel rapporto, il primo ministro rivela inoltre che la Finlandia avrebbe proposto di utilizzare lo strumento dei covered bond per accedere al mercato a tassi più bassi. Secondo il premier "l'idea dei covered bonds ha ricevuto ampio sostegno" e sebbene non sia stata adottata ufficialmente, potrebbe servire come "uno spunto per la definizione del futuro dell'eurozona".