Tra neuroscienze e shopping consapevole: come affrontare un giorno di sconti in apparenza irresistibili
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Venerdì 28 novembre è il Black Friday, il Venerdì Nero in cui impazzano gli sconti e lo shopping sfrenato. Molti ne approfittano per fare acquisti convenienti e per abbordare il duro compito degli acquisti natalizi, nella speranza di afferrare qualche buon affare. Nato negli Stati Uniti come semplice giornata di liquidazioni e sconti dopo il Giorno del Ringraziamento, da qualche anno a questa parte è un fenomeno globale che spesso si trasforma in una maratona di consumi lunga una intera settimana. Davanti all’ondata di offerte, promozioni e saldi occorre sapersi orientare per riconoscere le vere occasioni e soprattutto mantenere un atteggiamento equilibrato e consapevole.
BLACK FRIDAY: PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ - In origine, l'appellativo "Black Friday" non aveva alcun legame con lo shopping conveniente, ma descriveva la giornata di panico finanziario avvenuta il 24 settembre 1869, quando un’impennata del prezzo dell'oro causò il crollo del mercato finanziario. Alla sua nascita, quindi l'espressione "Black Friday" aveva un'accezione negativa. I primi legami con lo shopping risalgono agli anni '50, quando la polizia di Filadelfia segnalò le difficoltà create dall''anomalo afflusso di persone in città per fare shopping il giorno dopo il Ringraziamento. Successivamente, secondo Nancy Koehn, storica e professoressa alla Harvard Business School, i commercianti si mostrarono contrari a utilizzare il nome "Black Friday" per identificare una giornata di sconti, vista la sua connotazione negativa: si cercò di chiamarlo invece "Big Friday", ma il tentativo non ebbe successo. I commercianti decisero così, tra gli anni '70 e '80, di trasformare il Black Friday in una festa dello shopping, stavolta con pieno successo. Da allora, il termine è stato utilizzato per descrivere lo shopping in quel giorno e anno dopo anno ha acquisito popolarità fino a trasformarsi in fenomeno globale.
CHE FA IL CERVELLO DAVANTI AL VORTICE DEGLI SCONTI – Le diverse offerte e promozioni, e non solo in occasione del Black Friday, sono pensate per invogliarci all’acquisto: in effetti stimolano alcune aree precise del nostro cervello, in particolare quelle legate alla ricompensa e alla gratificazione. Numerosi studi hanno messo in luce il fatto che la possibilità di approfittare di sconti e promozioni accende nel cervello le aree della gratificazione immediata, producendo piccole scariche di dopamina, l'ormone del piacere e della motivazione. Questo stato di eccitazione spiega gli acquisti di impulso e il motivo per cui, dopo aver comprato un oggetto, siamo tentati a un acquisto successivo, e poi a un altro ancora. A livello neurologico, non è il risparmio reale a motivarci, ma l'anticipazione del piacere di risparmiare. Se poi compare il messaggio “solo per oggi” il piacere aumenta ancora, perché abbiamo la sensazione di una vittoria supplementare. Secondo gli scienziati questo meccanismo ha un fondamento ancestrale: i nostri antenati vivevamo spesso momenti di scarsità di risorse, per cui il fatto di arrivare prima degli altri e riuscire ad accaparrarsi un bene significava avere a disposizione più risorse per sopravvivere. Per questo riuscire ad “afferrare” una promozione particolare ci dà lì per lì un senso di grande soddisfazione: è però un piacere di breve durata, che in molti casi il cervello tende a sopravvalutare, tanto è vero che a volte ci si pente dell’acquisto fatto e si cade vittima di tristezza, di frustrazione e di senso di colpa per il denaro speso. Il meccanismo dello shopping compulsivo nasce proprio qui: per risollevare lo spirito da questi sentimenti negativi, si torna a cercare la gratificazione di nuovi acquisti
I BIAS COGNITIVI LEGATI AGLI ACQUISTI - Negli ultimi anni il pubblico del Black Friday è diventato trasversale e sempre più adulto, segno che il periodo di sconti è utilizzato sempre più come strumento di gestione del bilancio familiare più che come sfogo all'acquisto. Sembra anche conclusa l’epoca dei ribassi clamorosi: il 2024 ha mostrato un mercato più sobrio, dove le riduzioni di prezzo sono state più contenute e realistiche. Tuttavia, la tentazione all’acquisto è ancora alta e influenzata da alcuni bias cognitivi, ovvero da quelle scorciatoie mentali che il cervello utilizza senza esserne consapevole quando deve effettuare una scelta rapida, ma che possono rivelarsi ingannevoli. Uno dei più noti è "l'effetto scarsità": quando compare la scritta "solo per oggi" oppure "ancora solo tre pezzi disponibili" l'impulso tende a sopraffare il ragionamento e ci spinge all'acquisto. Un altro meccanismo ben noto è il cosiddetto “effetto ancoraggio”, in cui percepiamo soprattutto l’entità dello sconto e il prezzo di partenza: se risparmiamo il 50% su un costo elevato avremo la sensazione di aver fatto un vero affare, anche se l’esborso finale sarà comunque notevole. E che dire dell’effetto “rito collettivo” del Black Friday? Se tutti i nostri conoscenti si vanteranno di quanto hanno risparmiato con gli sconti del “venerdì nero” mentre noi non abbiamo acquistato nulla, avremo la sensazione di aver perso delle buone occasioni.
CONSIGLI PER UNO SHOPPING CONSAPEVOLE – Per combattere le trappole cognitive e acquistare solo quello che ci serve davvero ci sono alcune strategie da non dimenticare. Tra queste, ricordiamo l’utilità di tenere d’occhio per qualche tempo i prezzi degli oggetti a cui siamo interessati per verificare l’effettiva convenienza delle promozioni; rimandare l’acquisto almeno di qualche ora per evitare le scelte dettate dall’impulso emotivo. Ricordiamoci di fissare un budget preciso e soprattutto, chiedersi se un oggetto ci serve davvero prima di acquistarlo.