Nelle relazioni estive tutto accelera: si vive di pelle, d’intuizione, di attimi. Ma dietro la leggerezza apparente, si cela un’intensità che lascia il segno
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Amore in estate: un classico, che però vale sempre la pena di analizzare. Infatti ogni anno, puntuale, riappare una dinamica tanto diffusa quanto sottovalutata: l’amore che nasce (e spesso finisce) tra giugno e settembre. Si tratta di legami brevi, intensi, consumati nel tempo sospeso delle vacanze. Storie romantiche che, seppur fugaci, sanno lasciare una traccia duratura.
a favorire questo tipo di relazioni è un mix di fattori. Il primo è il cambio di ritmo: con la pausa dal lavoro e la rottura della routine, le difese si abbassano. Siamo più aperti agli incontri, meno razionali, più disposti a lasciarci andare. I luoghi di vacanza, poi, contribuiscono non poco: spiagge, tramonti, cene all’aperto, un’atmosfera che sa fare la sua parte. Non basta: anche la biologia gioca un suo ruolo. Secondo alcuni studi, in estate aumentano i livelli di dopamina e serotonina, complici l’esposizione al sole e l’attività fisica. L’umore migliora, la voglia di contatto cresce. È più facile sentirsi vivi e quindi innamorarsi.
attenzione però a non ridurre tutto a un capriccio stagionale. Quello che succede in quei giorni può essere reale, autentico. Anzi, spesso lo è più di tante relazioni nate con razionalità e programmazione. L’amore estivo ha il vantaggio dell’urgenza: sappiamo che ha una scadenza, e questo ci spinge a viverlo senza filtri, a dire, a fare, a essere presenti e soprattutto a non rimandare. Secondo la psicologa americana Lisa Firestone, esperta di relazioni e attaccamento, “quando abbassiamo le difese emotive e siamo fuori dal nostro contesto abituale, possiamo permetterci di essere più vulnerabili e autentici. Questo apre la strada a legami intensi, anche se di breve durata.” Una verità che spiega perché, spesso, questi amori ci restano dentro più di quanto vorremmo ammettere.
in vacanza e in estate ci si conosce in modo rapido e istintivo, si salta a piè pari la fase delle formalità. Si parla di sé sotto le stelle, ci si tocca con naturalezza, si condivide una quotidianità fatta di sole, sabbia e leggerezza. Il tempo, in vacanza, sembra dilatarsi. Ma proprio quando comincia a farsi familiare, finisce. Ed è lì che arriva la parte più interessante: perché alcune di queste relazioni non continuano, ma restano. Sembra un paradosso, ma non è così: restano nella memoria emotiva, nei dettagli. Un odore, una canzone, una foto sfocata nel telefono. Alcuni amori estivi non sopravvivono all’autunno, ma ci accompagnano per anni. Non per nostalgia, ma per verità.
le relazioni estive ci ricordano chi eravamo in quei giorni, cosa abbiamo sentito, quanto siamo stati capaci di lasciarci andare. Sono amori che durano poco e tuttavia dicono molto: di noi, del nostro bisogno di connessione, del nostro desiderio di vivere pienamente. Perché l’amore, quando è vissuto intensamente, anche solo per una manciata di giorni, può avere un impatto profondo. E non è la durata a definirne il valore, ma la qualità dell’emozione che ci ha attraversato e che, in fondo, ci ha reso un po’ più vivi. Un esempio? E' quanto accade nel film "Call Me by Your Name", dove l’estate diventa teatro di un amore tanto breve quanto indimenticabile: certe relazioni si scolpiscono nel cuore non per quanto durano, ma per come ci cambiano. Anche solo per una stagione.