Come combattere la “memoria” del tessuto adiposo che tende a riformarsi non appena si torna all’alimentazione normale
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Parlando di dieta, il fenomeno di rebound, o “effetto rimbalzo”, è quel perverso meccanismo che tende a farci riprendere peso non appena abbiamo finalmente raggiunto il peso forma. Si tratta di un meccanismo di difesa dell’organismo che reagisce in questo modo alla restrizione calorica: un recente studio lo ha analizzato, portando nuova luce sulle regioni per cui, quando si ritorna gradualmente a un’alimentazione normale dopo aver terminato il regime ipocalorico, si tende a recuperare velocemente il peso perso, spesso con gli interessi. Ecco allora le conclusioni degli scienziati e le tecniche per evitarlo, prevenendone l’insorgenza.
EFFETTO REBOUND CHE COS’È – Quando si parla di diete, l’effetto rebound è la ben nota tendenza a ingrassare non appena si riprende ad alimentarsi liberamente dopo un periodo di restrizione calorica, anche nei casi in cui si presti grande attenzione a evitare gli eccessi. L’effetto “rimbalzo” è però un fenomeno che non si limita all’alimentazione, ma che si verifica in molti campi, tra cui ad esempio la medicina e l’economia. In medicina, ad esempio, si verifica quando si interrompe bruscamente un trattamento farmacologico, in particolare a base di cortisonici, antidepressivi, ansiolitici e altri farmaci ancora: in questo caso i sintomi della malattia riappaiono e peggiorano, a volte in modo più grave rispetto a prima del trattamento. Per evitarlo, al termine della cura, la somministrazione di questi farmaci viene ridotta gradualmente, fino alla completa interruzione, secondo specifiche indicazioni del medico. Un analogo effetto si verifica anche in economia, ad esempio quando l'aumento di efficienza nell’uso di una risorsa, porta a un maggior consumo di essa, vanificando in parte il risparmio e i benefici ottenuti. In campo alimentare, l’effetto rebound che si osserva al termine di una dieta o in conseguenza del suo abbandono, altro non è che il classico “effetto yoyo”, nel quale i chili persi con tanta fatica vengono recuperati in breve tempo, anche se si presta la massima attenzione ad alimentarsi in modo equilibrato. Mantenersi magri, dunque, non è solo questione di volontà, ma dipende dall’insorgere di una reazione di difesa dell’organismo conseguente al periodo di restrizione alimentare.
CHE COSA DICE LA SCIENZA – Uno studio realizzato dal dottor William Scott e da un gruppo di ricercatori dell'’Imperial College di Londra, pubblicato sulla rivista Nature, ha confermato che l'eccesso di peso lascia nel nostro corpo una sorta di impronta biologica simile a una memoria cellulare difficile da cancellare. La ricerca ha analizzato oltre 170mila cellule di tessuto adiposo prelevate da 70 persone – sia con obesità che normopeso – prima e dopo un intervento di chirurgia bariatrica, ossia di un intervento volto a modificare la struttura di una o più parti dell'apparato digerente per limitare l'assorbimento del cibo e trattare l'obesità grave. Il team ha anche creato una mappa cellulare del modo in cui si trasformano gli adipociti, le cellule in cui è immagazzinato il grasso, man mano che il peso scende, notando che alcune funzioni non cessano del tutto: dopo la perdita di peso, si attiva un riciclo dei grassi negli adipociti. Questo sembra aiutare a rimuovere i lipidi dannosi da altri organi, migliorando la salute generale, anche se alcune cellule restano in una sorta di stato di allerta, pronte a favorire un nuovo aumento di peso. Insomma, nei soggetti obesi, si instaura una memoria infiammatoria difficile da cancellare. L’obesità, quindi, non è solo una questione di peso in più, ma una condizione biologica complessa che il corpo non dimentica facilmente: combatterla richiede molto più di una semplice dieta.
L’EFFETTO REBOUND NEI SOGGETTI SANI – Lo studio ha riguardato i soggetti obesi, a rischio di sviluppare patologie gravi come il diabete e l’insufficienza cardiaca. L’effetto rebound non risparmia però neppure le persone che si sottopongono a una dieta per smaltire quantità di peso inferiori, compresi i classici chiletti dovuti agli stravizi di un periodo di festa o alla pigrizia che inchioda al divano o alla scrivania. Anche in questi casi l’organismo conserva una memoria cellulare del grasso immagazzinato e, non appena ci si sottopone a una dieta, mette in atto una serie di meccanismi protettivi che limitano la perdita dei depositi di riserva e rendono più difficile dimagrire. In pratica, dopo una prima fase in cui l’ago della bilancia scende abbastanza velocemente, anche a causa della perdita di liquidi immagazzinati nei tessuti, l’organismo tende a rallentare il metabolismo e a entrare in “modalità risparmio”, per consumare le scorte energetiche quanto più lentamente possibile. Si tratta di quel fenomeno, frustrante e ben noto, per cui dopo qualche tempo il dimagrimento rallenta e si ferma anche se si rispetta rigorosamente il piano alimentare. Questo effetto è particolarmente accentuato se si segue una dieta molto rigida e squilibrata dal punto di vista nutrizionale, specie se questa ha tra i suoi effetti la perdita di massa muscolare; l’organismo si difende riducendo il metabolismo basale e causando l’alterazione di alcuni ormoni, tra cui la leptina, da cui dipende la regolazione dell’appetito: il soggetto avrà quindi più fame e sarà più portato a sgarrare o ad abbandonare la dieta.
COME EVITARE L’EFFETTO REDOUND - Per evitare l’effetto rimbalzo, è importante fare della sana alimentazione uno stile e una regola di vita, evitando di accumulare troppo peso. Una dieta equilibrata e ricca di micronutrienti, associata alla pratica assidua di attività fisica, è la migliore strategia per un corretto equilibrio del peso corporeo. Se si sceglie di seguire una dieta ipocalorica è buona prassi affidarsi a un nutrizionista esperto, capace di stilare un piano personalizzato e, soprattutto, di adattarlo alle specifiche esigenze che possono verificarsi via via, effettto rebound compreso. In linea generale, sono da evitare i regimi squilibrati, quelli troppo restrittivi e quelli che eliminano totalmente un intero gruppo di alimenti. Ricordiamo che un dimagrimento sano avviene gradualmente, di solito in misura di due-tre chili al mese, e che al termine della dieta occorre ritornare gradualmente all'alimentazione normale proprio per evitare che l'organismo torni ad accumulare nuovi depositi di grasso di riserva. Ricordiamo poi che, se abbiamo accumulato peso a causa di abitudini alimentari scorrette, il fatto di ritornare a esse ci riporterà in breve tempo nelle condizioni di prima. Una dieta alimentare è l'occasione in cui imparare a nutrirsi in modo equilibrato e continuare a farlo a tempo indeterminato. Qualche stravizio sarà concesso, a patto che si tratti di occasioni sporadiche.