FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Corruzione, arrestati il gip di Bari e un avvocato penalista: scarcerazioni in cambio di tangenti

Il giudice, bloccato subito dopo aver incassato una mazzetta da 6mila euro, avrebbe emesso provvedimenti a favore degli assistiti del legale, membri di famiglie mafiose di Bari, Foggia e del Gargano

Il gip del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis e l'avvocato penalista barese Giancarlo Chiariello sono stati arrestati su richiesta della Dda. Entrambi sono accusati di aver stretto un accordo corruttivo in base al quale il giudice avrebbe emesso provvedimenti di scarcerazione in favore degli assistiti dell'avvocato Chiariello. Nell'indagine sono coinvolte anche altre persone, la cui posizione è al vaglio della Procura di Lecce.

Le tangenti pagate al bar vicino al Tribunale di Bari - L'accordo stipulato tra il gip e il penalista, entrambi portati in carcere, prevedeva che il giudice emettesse provvedimenti "de libertate" a favore degli assistiti del legale in cambio di denaro, che veniva consegnato presso l'abitazione e lo studio dell'avvocato, oppure all'ingresso di un bar vicino al nuovo Palazzo di Giustizia di Bari. I beneficiari dei provvedimenti del giudice De Benedictis sono in gran parte appartenenti a famiglie mafiose o legate alla criminalità organizzata barese, foggiana o garganica. 

 

Il gip bloccato dopo aver ricevuto una tangente di 6mila euro - Il gip è stato perquisito il 9 aprile nel suo ufficio a Palazzo di Giustizia a Bari, dove, dice la Dda di Lecce, è stato trovato in possesso di una tangente di 6mila euro ricevuta poco prima da Chiariello. Subito dopo il giudice ha presentato al Csm richiesta di dimissioni dalla magistratura perché provava "vergogna". La perquisizione è stata estesa anche all'abitazione del magistrato dove, nascoste in alcune prese elettriche, sono state sequestrate numerose mazzette di denaro per importi tra i 2 e i 16mila euro, per un totale di 60mila euro, ritenute frutto della corruzione. 

 

Domiciliari o libertà a molti detenuti sottoposti a misura cautelare in carcere - Secondo l'accusa i detenuti, potendo contare sull'accordo (la circostanza era nota da tempo nell'ambiente criminale in base a quanto riferito dai collaboratori di giustizia), in cambio del pagamento di tangenti ottenevano arresti domiciliari o remissione in libertà, pur essendo sottoposti a misura cautelare in carcere per reati anche associativi. Secondo la Procura di Lecce, questo consentiva ai detenuti di rientrare nel circuito criminale con vantaggio proprio, del difensore e delle organizzazioni criminali. 

 

Molti gli indagati, sequestrate ingenti somme di denaro - Oltre ai due arrestati, risultano indagate molte altre persone nei confronti delle quali sono in corso perquisizioni. Le indagini si basano su intercettazioni telefoniche e ambientali, videoriprese in uffici e ambienti interni ed esterni, pedinamenti, dichiarazioni di collaboratori di giustizia, esame di documentazione, perquisizioni e sequestro di ingenti somme di denaro contante. 

Commenti
Commenta
Disclaimer
Grazie per il tuo commento

Sarà pubblicato al più presto sul nostro sito, dopo essere stato visionato dalla redazione

Grazie per il tuo commento

Il commento verrà postato sulla tua timeline Facebook

Regole per i commenti

I commenti in questa pagina vengono controllati
Ti invitiamo ad utilizzare un linguaggio rispettoso e non offensivo, anche per le critiche più aspre

In particolare, durante l'azione di monitoraggio, ci riserviamo il diritto di rimuovere i commenti che:
- Non siano pertinenti ai temi trattati nel sito web e nel programma TV
- Abbiano contenuti volgari, osceni o violenti
- Siano intimidatori o diffamanti verso persone, altri utenti, istituzioni e religioni
- Più in generale violino i diritti di terzi
- Promuovano attività illegali
- Promuovano prodotti o servizi commerciali