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Bimbo ricoverato a Imperia, la Procura: "Non è stato picchiato"

Il pm chiede di non diffondere più immagini sul caso: "L'indagine è ancora aperta, vanno tutti tutelati"

Bimbo ricoverato a Imperia, la Procura: "Non è stato picchiato" - foto 1
Ansa

Il bambino ricoverato a Imperia in fin di vita "non è stato picchiato".

A spiegarlo è il procuratore della città ligure, intervenendo sul caso di presunti maltrattamenti da parte del compagno della nonna. In una nota, il magistrato afferma che gli accertamenti "non paiono ricondurre a condotte volontarie di percosse o maltrattamento". Il procuratore aggiunge che comunque "non sono escluse condotte lesive volontarie in epoca antecedente".

 

Le gravi ferite al polmone, alla milza e alle vertebre che hanno messo in pericolo la vita del bimbo di sei anni di Imperia che è stato ricoverato in ospedale il 19 dicembre a Genova in codice rosso, non sarebbero state provocate da "condotte volontarie di percosse" ma sono riconducibili a circostanze ancora da chiarire. 

 

Il procuratore Alberto Lari ha inviato una nota stampa per chiarire quanto accaduto al bimbo di Imperia. Si attende ancora la versione della vittima che resta ricoverata ma sarà proprio il bimbo, secondo il pm, a poter dare "un apporto decisivo per l'accertamento dei fatti". Le condizioni di salute del minore sono "nettamente migliorate, non consentono al momento di poterlo esaminare sui fatti stessi con quel grado di attendibilità, tendenzialmente scevra da qualsiasi tipo di condizionamento esterno, auspicabile". 

 

Stop alla diffusione delle immagini

 Il procuratore di Imperia chiede di ridurre l'interesse mediatico sulla vicenda del bambino che ha subito gravi lesioni e che fino a oggi si pensava vittima di maltrattamenti. "In considerazione della sensibile rilevanza mediatica che ha assunto la vicenda", spiega nella una nota Lari. Il magistrato parla di una "molteplicità di ricostruzioni congetturali, talune destituite di qualsiasi serio fondamento, si ritiene, pur nel rispetto del segreto di indagine, di dover indicare alcuni elementi attualmente acquisiti con ragionevole attendibilità, onde disincentivare rappresentazioni decisamente fuorvianti degli eventi". "Ciò - dice Lari - anche al fine di far cessare la costante diffusione mediatica di immagini dei luoghi privati e delle persone coinvolte (persino dei minori), situazione che può concretamente pregiudicare la genuinità dell'acquisizione delle prove".

 

Il procuratore ha detto di non escludere che in passato il piccolo sia stato oggetto di altri maltrattamenti: "non si esclude in radice che condotte lesive volontarie possano essersi realizzate in epoca antecedente, tema investigativo questo in fase di approfondimento sul quale non è possibile allo stato formulare alcuna anticipazione". Tra le ipotesi sul tavolo, da verificare, quella che il bimbo possa essere rimasto gravemente ferito nel tentativo di scappare da qualcuno per motivi che devono essere chiariti. Una ricostruzione definita attendibile indica che la nonna ha chiamato il padre del bambino al lavoro per dirgli che il piccolo si era rotto un braccio e il papà le ha detto di portarlo da lui.


Caduto da un'auto in corsa?

 Qualcosa potrebbe essere accaduto durante il tragitto. Non viene escluso che il bimbo sia caduto da un'auto in corsa, magari nel tentativo di uscire dall'abitacolo, o per un incidente. Nelle forme protette è stato già ascoltato anche il fratello minore del povero Ryan. Oltre all'audizione della vittima, determinante sarà pure la relazione medico legale. 

 

Resta quindi da chiarire ancora la dinamica dei fatti che ha portato comunque all'iscrizione nel registro degli indagati della nonna del bimbo e del suo compagno. Quest'ultimo era anche stato aggredito in strada dopo che si era diffusa la voce di una sua presunta confessione riguardo a un pestaggio del bimbo.

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