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Scajola, nuovi indagati nell'inchiesta Appunto sulla lettera di Gemayel

Tra le carte sequestrate ci sono forse anche atti coperti dal segreto Stato. Appello della Dda al Riesame contro lʼesclusione dellʼaggravante mafiosa per lʼex ministro

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Ci sono nuovi indagati nell'inchiesta che ha portato all'arresto di Claudio Scajola. La Dda ha intanto presentato appello al Riesame contro l'esclusione dell'aggravante mafiosa per l'ex ministro. Si apprende inoltre che sulla lettera attribuita all'ex presidente libanese Gemayel, trovata nell'archivio di Scajola, c'è un appunto scritto a mano dallo stesso Scajola. La lettera, tra le carte sequestrate, potrebbe contenere anche segreti di Stato.

La lettera attribuita a Gemayel riguarda il trasferimento in Libano, da Dubai, di Amedeo Matacena e la sua successiva accoglienza. A margine della lettera c'è un appunto di Scajola che i magistrati della Dda di Reggio Calabria gli contesteranno nell'interrogatorio in programma venerdì. Comunque, per un esame completo delle carte sequestrate, occorreranno mesi vista la loro mole impressionante.

Per quanto riguarda i nuovi indagati, sull'identità dei quali c'è uno stretto riserbo, avrebbero ruotato intorno alla cerchia di persone, tra le quali Scajola, che per l'accusa avrebbero agevolato la latitanza di Amedeo Matacena, l'ex deputato di Forza Italia condannato a cinque anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

Dalle carte emergono anche le intercettazioni tra Scajola e la moglie di Matacena, Chiara Rizzo. Scajola, secondo il gip Olga Tarzia, aveva la "piena consapevolezza di tutti gli spostamenti di Amedeo Matacena". Il 16 agosto 2013, in una conversazione telefonica, il politico ligure parla con la moglie di Matacena e le riferisce che "poi ti racconto un po' di cose anch'io perché 'Daniele' è andato a fare un viaggio sulle isole e ci sta fino al 28, è andato in giro, capito?". Secondo il giudice, questo è uno dei passaggi fondamentali che dimostrano come Scajola fosse a conoscenza che Matacena stava per trasferirsi a Dubai, dove poi venne fermato ed arrestato.

A dimostrazione del linguaggio in codice usato tra i due interlocutori, c'è anche la telefonata fatta il 18 agosto 2013 in cui Scajola, per indicare un plico di documenti inviato ad Antigua, fa riferimento a "cartoline da collezione". La moglie di Matacena dà conferma a Scajola dell'arrivo del plico 'riservato'. Nella telefonata Scajola chiede alla Rizzo "quelle cartoline lì della collezione che fine hanno fatto? Sono arrivate quelle..." e la moglie di Matacena gli risponde che "allora, io ho mandato... sono arrivate le cartoline, sì...". La conversazione si conclude con Scajola che riferisce a Chiara Rizzo - secondo quanto era stato riportato anche nei giorni scorsi da alcuni quotidiani - che "ci sentiamo poi... poi, io stasera qui ci ho a casa Confalonieri, Bertinotti...".

Dalle conversazioni spunta poi anche un'intensa attività per un conto corrente online per la latitanza di Matacena. In una telefonata con la moglie dell'imprenditore, l'esponente politico le ribadisce che "io sono uno pratico... quindi conta la sostanza". E infine c'è il mistero dell'albergo con la 'K'. Probabilmente Scajola e la Rizzo temevano eventuali intercettazioni, tanto che la donna chiede all'ex ministro "ma tu te lo ricordi l'albergo dove sono, tu te lo ricordi?" e l'ex ministro le risponde "si, si, con 'K' ... me lo ricordo bene, comincia col 'K' quindi me lo ricordo benissimo".

La madre di Matacena risponde al gip: "Estranea alle accuse" - Si è detta estranea alle accuse Raffaella De Carolis, la mamma di Amedeo Matacena, nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria, Olga Tarzia. De Carolis, difesa dagli avvocati Giuseppe Verdirame e Corrado Politi, è detenuta agli arresti domiciliari per avere l'intestazione fittizia di beni del figlio e avere favorito la mancata esecuzione dell'ordine di carcerazione nei suoi confronti.