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Zedd, dalla classica alla dance: tutti i colori della musica di un ragazzo prodigio

Produttore tra i più ricercati (Lady Gaga, Ariana Grande) e compositore, ha pubblicato il suo album "True Colors". Tgcom24 lo ha incontrato

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Si intitola "True Colors" il nuovo album del compositore, polistrumenstista e produttore russo Zedd. Un lavoro dalle molte sfaccettature che contiene, tra gli altri brani, il duetto con Selena Gomez "I Want You To Know". "Questo lavoro presenta tutti i lati del mio universo musicale - dice lui a Tgcom24 -. Ogni canzone è diversa dall'altra e associata a un colore diverso".

Zedd, dalla classica alla dance: tutti i colori della musica di un ragazzo prodigio

E' considerato uno dei geni dell'elettronica e della dance, eppure è cresciuto suonando musica classica, ha suonato in gruppo heavy e ancora oggi se gli si chiede quali sono i suoi punti di riferimento attuali cita King Crimson, Queen e Genesis. Vincitore di un Grammy Award nel 2014, Zedd è tra i produttori più richiesti da molte star del pop, da Lady Gaga ad Ariana Grande, passando per Hayley Williams ed Echosmith. "I Want You To Know", scritto e prodotto da Zedd insieme a Ryan Tedder dei OneRepublic, ha raggiunto la prima posizione in classifica in oltre 33 paesi.

Ogni canzone dell'album rappresenta un colore. Questo rapporto era presente già nelle versioni embrionali delle canzoni o si è sviluppato in fase di arrangiamento e produzione?
Un buon album per quanto mi riguarda deve esplorare ogni lato della musica, altrimenti rischia di diventare terribilmente noioso. Sin dall'inizio ho voluto che "True Colors" fosse il più colorato possibile, se mi passate il gioco di parole. Nelle versioni piano-voce questa relazione con i colori non è coglibile appieno, è sicuramente più collegata al sound della canzone finita. Ma ho scritto i pezzi in modo che fossero il più possibile uno diverso dall'altro per avere uno spettro completo di emozioni e di riferimenti musicali.

Hai iniziato con la musica classica. Come sei arrivato all'elettronica?

Ho cominciato a 4 anni a suonare il piano perché era quello che i miei genitori volevano che facessi. Poi a 12 anni c'è stato il tipico atto di ribellione verso di loro e così sono diventato batterista in una band. All'inizio non ero per nulla un fan dell'elettronica ma ho iniziato a interessarmi per fare delle piccole cose mie per divertimento. Dopo averle postate in Rete su MySpace la gente ha iniziato ad apprezzarle e proprio attraverso quella piattaforma sono entrato in contatto con Skrillex e lì tutto è cambiato.

Cosa è successo?
Lui ha iniziato a condividere la mia musica sul suo MySpace, e poi ha voluto portarmi in tour con lui. La passione e il divertimento sono diventate una professione.

E la musica classica che fine ha fatto?
Fa ancora parte di me. Quando cresci con una cosa, anche se poi passi a fare altro, ti resta dentro. E così tutte le mie composizioni, sia nella progressione degli accordi che nelle melodie, hanno una grossa influenza classica.

Suoni ancora il piano?
Certamente. Anche tutte le canzoni di "True Colors" sono nate al pianoforte e di ognuna di esse esiste una versione piano e voce.

"True Colors" come si pone in questa tua evoluzione?
Io sono uno che si è sempre lasciato trasportare dall'istinto e il mio approccio musicale è in continua evoluzione. Questo disco è molto importante per me perché esplora tutti i miei lati per quello che è stata la mia storia finora. C'è l'aspetto acustico, quello più duro e quello più morbido. Fa capire che qui si tratta di musica e non di etichette vuote.

Hai lavorato con Lady Gaga nel suo ultimo album "Artpop". Come è stato?
Per me collaborare con lei è stato un sogno che si è realizzato. Quello che ho imparato di più da lei è che bisogna essere sempre onesti. Lei è una che ha venduto milioni di dischi e se chiede il mio contributo è perché vuole sapere la mia opinione e non essere accondiscesa a ogni costo. Essere sinceri sul lungo periodo paga sempre.

Hai collaborato con molti artisti anche in questo album. Com'è la differenza?
Credo sia molto importante sapere qual è il proprio ruolo. Se chiedo a qualcuno di cantare su un mio brano, io sono il capo in quel momento e nella canzone è la mia visione che deve uscire. Quando lavoro sulla musica di qualcun altro mi metto a disposizione del progetto di un'altra mente. Questo può essere molto difficile perché magari passi giorni a preparare qualcosa in cui credi davvero e alla fine ti senti dire che in realtà avevano in mente qualcosa di completamente diverso. E in quel momento vorresti distruggere tutto. Ma allo stesso tempo se si rivolgono a me e non a qualcun altro è perché credono nella mia visione. Quindi alla fine è un compromesso.

Quando lavori con altri artisti in genere costruite i brani insieme o tu lavori per conto tuo e poi presenti il lavoro finito?
Dipende. Con Lady Gaga, che è una musicista, eravamo in tour insieme. Così suonavamo ciascuno il nostro show e poi ci trovavamo in studio di notte a lavorare. Quando ho lavorato con Echosmith eravamo in continenti diversi, così ci sentivamo per telefono per metterrci d'accordo su alcune linee da seguire ma poi lavoravo da solo.