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"E fu sera, e fu mattina", il film finanziato dalla gente comune

La pellicola di Emanuele Caruso diventa un piccolo caso culturale

Il film indipendente del regista 28enne Emanuele Caruso "E fu sera, e fu mattina", girato nel Cuneese fra Langhe e Roero nell'estate 2012 e con 10 settimane di riprese, è un piccolo "caso" cinematografico. La pellicola infatti nasce da produttori, giovani, studenti, pensionati, persone comuni che hanno comprato delle quote dell'opera prima che si concretizzasse, spinti dal desiderio di "investire nella cultura o in un progetto".

"E fu sera, e fu mattina", il film finanziato dalla gente comune

Insomma la realizzazione è stata resa possibile grazie al metodo del crowdfunding e soprattutto del crowd equity. Infatti risulta essere, per l'Italia, un raro esempio di un film realizzato vendendo al pubblico, in fase di preproduzione (quindi ancora in fase di scrittura e ideazione), quote da 50 Euro che corrispondevano a una percentuale degli incassi del film (in sostanza chiunque acquistava una quota, acquistava una percentuale degli incassi del film).

Un film recitato con momenti in piemontese, ma che è già diventato un caso. Solamente ad Alba (Cn) è stato in programmazione per 6 settimane con 31 spettacoli sold out e 46 proiezioni complessive. I biglietti venduti sono ora più di 21mila da Macerata a Sestri Levante, da Trieste a Fermo fino ad arrivare a Cuneo. Il lungometraggio è sbarcato a Torino il 13 marzo al Multisala Reposi. Doveva restare una settimana in programmazione. Ma ad oggi le proiezioni sono state prorogate per la quinta settimana consecutiva fino al 16 aprile, sorpassando il numero di oltre 9mila biglietti staccati per 100 spettacoli totali complessivi. Presto il film arriverà a metà maggio a Roma e a giugno a Milano.

Tutto ruota attorno ad Avila, un tranquillo paesino di 2mila persone che regna in cima a una verde collina. Si festeggia in piazza, come ogni anno, la festa di Sant'Eurosia, patrona dei frutti della terra. Ma al bar del paese è successo qualcosa. Un evento eccezionale, di quelli che ad Avila non sono abituati a vedere spesso. Gli occhi delle persone sono puntati sulla televisione del bar e paiono non volersi staccare per nessun motivo. E quando Francesco, il parroco del piccolo paese, arriva al bar, la gente è già nel panico. La vita e la quotidianità degli abitanti di Avila verrà letteralmente sconvolta e messa in discussione, obbligando ciascun singolo a cambiare e ridimensionare la propria esistenza. Nel bene e nel male.