FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

I segreti e i traumi di Emmanuelle

Esce lʼautobiografia di Sylvia Kristel

E' stata la bellissima protagonista del film erotico più famoso di tutti i tempi, "Emmanuelle", con all'attivo oltre 650 milioni di spettatori.

Sylvia Kristel a 55 anni si racconta senza tabù in un libro di memorie appena uscito a Londra: una violenza sessuale subita a nove anni, il folgorante lancio nel showbusiness grazie a Emmanuelle che però le fruttò una somma pari ad appena tremila euro, la vodka, il cancro alla gola.

Non manca una considerazione dell'attrice su "Emmanuelle" nel libro "Undressing Emmanuelle (Svestendo Emmanuelle)" a cui - nel bene e nel male - deve tutto e che nel 1974 fece un enorme scandalo e che intanto si è trasformato in un piccolo patinato classico dell'erotismo in celluloide. "In confronto alla pornografia di oggi è una specie di Alice nel Paese delle Meraviglie - dice la diva, che adesso vive ad Amsterdam in un modesto appartamentino. E aggiunge -. Mio figlio Arthur l'ha visto di recente per la prima volta  e si è addormentato. L'ha trovato noioso".

La vita dell'olandesina Sylvia è stata una specie di calvario. Incominciando dall'infanzia solitaria nella natia Utrecht dove i genitori - incapaci d'affetto - erano tutti presi nella gestione di un albergo.

A nove anni la futura icona del cinema a luci rosse (per quanto soft) ebbe il primo incontro ravvicinato con il sesso e fu scioccante: un manager dell'albergo gestito dai genitori abusò di lei. Altro grosso trauma a quattordici anni: il padre piantò la madre per un'altra donna, un tradimento che non riuscì mai a perdonargli e che la spinse a intraprendere con ancora più grinta la carriera di modella e poi di attrice: "Volevo - confessa - che mio padre guardasse a me, prendesse atto del mio successo".

Reginetta di bellezza, attorniata da frotte di ammiratori, aveva appena vent'anni quando fu scelta per "Emmanuelle". Malgrado le scene molto osè, si decise al gran passo con la benedizione del poeta quarantaquattrenne Hugo Claus, belga, suo convivente: si era convinta che con la sua "eleganza e distinzione" il film non sarebbe scaduto in pura pornografia e che il regista Just Jaeckin non avrebbe sicuramente girato "nulla di volgare". Tutto andò liscio durante le riprese in Thailandia, anche se a posteriori non le vanno giù alcune scene in cui Emmanuelle viene trattata come un puro oggetto di consumo erotico e assoggettata anche da uno stupro di gruppo: "Sul set - ricorda
- era come stare in famiglia e lavorare in paradiso. Mi sentivo al sicuro e a mio agio".

Piantata da Hugo Claus (il poeta belga si era stancato del circo attorno a lei dopo l'incredibile successo di "Emmanuelle"), la fascinosa Sylvia va incontro a grosse turbolenze. Incomincia a bere come una spugna, passa da un amante all'altro (nel paniere anche Gerard Depardieu e Warren Beatty) e nel 1975 nasce il suo unico figlio: Arthur, adesso barista in un locale di Amsterdam. Dopo un tempestoso amore con l'attore Ian McShane durato cinque anni e destinato a naufragare in un gorgo di alcool e cocaina, fa le valige da Hollywood e nel 1982 ritorna in Olanda con il fegato spappolato dai liquori. Sentendosi "vagamente innamorata" sposa tre anni più tardi un cineasta francese di nome Philip Blot mentre continua a recitare in film di serie B, spesso con poco o nulla addosso.

Poco dopo il matrimonio si ritrova in casa gli ufficiali giudiziari che le pignorano persino le foto di famiglia a causa dei colossali debiti fatti per mantenere un alto livello di vita, con limousine e chaffeur. Le disgrazie si accaniscono anche quando la fine della  giovinezza non le permette più di cimentarsi con ruoli tipo Emmanuelle: tre anni fa si ritrova con un cancro alla gola che si propaga ai polmoni e le muore l'ultimo compagno, un produttore radiofonico belga. Sul tumore ha avuto - almeno per il momento - la meglio ma a questo punto si considera "un'attrice invecchiata, un'artista in convalescenza e una donna finalmente in grado di mettersi a nudo".