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Google al lavoro su pillola nanotech per scovare il cancro sempre prima

Una "navetta" carica di microparticelle che identificano le cellule malate

google x google nanotech
-afp

Una pillola per trovare il cancro e altre patologie. Questo il nuovo ambizioso progetto del laboratorio Google X, che si occupa dei progetti più all'avanguardia del colosso di Mountain View e sta già lavorando a lenti a contatto smart per monitorare il diabete e a speciali posate che controbilanciano il tremore dei pazienti di Parkinson. La "pillola", in realtà, è una sorta di navetta che trasporta nanoparticelle nell'organismo. Queste, muovendosi nel flusso sanguigno, sono in grado di rintracciare i primi segni della malattia.

Google al lavoro su pillola nanotech per scovare il cancro sempre prima

Diagnosi sempre più precoce - Il gigante della tecnologia spera che il sistema permetterà un giorno di diagnosticare cancro e patologie cardiache prima di quanto è possibile adesso e, quindi, di curarle prima che siano devastanti. Da Mountain View sperano che si riesca a ottenere un prodotto in meno di dieci anni.

Da Google dicono: "Molti dei miglioramenti nelle percentuali di sopravvivenza al cancro negli ultimi trent'anni sono dovuti alla prevenzione precoce grazie agli screening per il cancro della pelle e ai Pap test. Eppure, per molte patologie non ci sono ancora diagnosi abbastanza buone da aiutare i dottori a scovare nei loro primi stadi, quando sono più vulnerabili alle cure".

Molti tumori sfuggono ai controlli - I portavoce dell'azienda statunitense fanno degli esempi: "Il cancro al pancreas è molto sfuggente, solo nel 3% dei casi viene identificato al primo stadio, più curabile. Alcuni tumori ai polmoni sono così aggressivi che uccidono perfino le persone che si sottopongono annualmente ai controlli, crescendo a livello fatale in meno di dodici mesi". Gli ingegneri di Google sperano di identificare i segnali chimici dati dalle celle quando si ammalano.

Come funzionerà - L'idea è che il paziente ingoi la pillola che contiene le particelle microscoscopiche, che viaggiando nel loro flusso sanguigno, cerchino le cellule maligne. Le particelle riporteranno le loro scoperte a un sensore indossato nel corpo. Google ha detto che le nanoparticelle potrebbero essere magnetizzate e rivestite con anticorpi in grado di legarsi a specifiche proteine o cellule associate con varie patologie. Il sensore indossabile rintraccerebbe i campi magnetici delle particelle.

Google ha detto: "Sebbene siamo ai primi stadi dell'esplorazione scentifica, possiamo immaginare diverse applicazioni per la tecnologia. Forse ci potrebbe essere un test per gli enzimi rilasciati dalle placche aterosclerotiche che stanno per rompersi e causare un attacco cardiaco e un infarto".