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Da Pokémon Go un aiuto per i bimbi autistici?

Il gioco per mobile della Nintendo sembra avere effetti positivi su bimbi con disturbi del neurosviluppo. "Sono spinti a uscire di casa e a interagire", commentano alcuni esperti americani

Non solo disastri, incidenti, stranezze e multe.

Pokémon Go potrebbe avere effetti positivi sui bambini affetti da autismo e da sindrome di Asperger, piccoli che per i loro disturbi sono portati all'isolamento. La caccia a Pikachu & Co., invece, li spinge a uscire di casa, a recarsi nei Pokestop per le Pokeball e a interagire con gli altri. Le storie arrivano dagli Usa e sono state raccolte dalla Cnn, mentre Peter Faustino, psicologo scolastico di New York, commenta: "Il videogioco rappresenta un 'gancio sociale' che permette di condividere un'esperienza".

"La questione di Pokémon Go è che i ragazzi possono usarlo se interferisce nel conoscere il mondo", aggiunge Fred Volkmar della Child Study Center di Yale (Connecticut). "Diventa dannoso - sottolinea - se è l'unica cosa alla quale sono interessati. Se spinge il bambino a isolarsi di più non va bene". Le esperienze di Ian, 12 anni, e Ralphie, 6, raccontate dalle loro mamme, sono al momento diverse.

"Sta volentieri iniziando a uscire e andare nei Pokestop per ottenere Pokeballs e catturare i mostriciattoli; prima non aveva interesse a uscire", racconta Stephanie Barnhill, mamma del 12enne affetto da sindrome di Asperger. "Questo gioco - continua - gli permette di voler raggiungere le persone e intavolare conversazioni sulle creature catturate".

"Gli altri bambini vogliono giocare Pokémon Go e lo vuole anche lui: hanno così qualcosa in comune da fare. E gli altri ragazzi sono così concentrati sulla cattura di mostriciattoli che non prestano attenzione ai comportamenti di mio figlio Ralphie, come farebbero di solito", afferma Lenore Koppelman. "Il risultato? Ralphie è se stesso in mezzo a gruppi di bambini che non conosce nemmeno e partecipa ai loro inviti al gioco".