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Il pianto notturno dei bebè? Per la scienza è un anticoncezionale

Sfinisce i genitori e con lʼallattamento estende lʼinfertilità materna

Vagiti, lacrime e urla nottetempo a intervalli serrati. E' la tortura riservata alle coppie che hanno appena avuto un figlio. Il bimbo piange perché ha fame? Sete? Si è svegliato? Non solo. Secondo alcuni studiosi dell'università di Harvard, con i suoi strepiti vuole impedire che i genitori provino a dargli un fratellino. Una strategia, dunque, dagli effetti anticoncezionali, per mantenere l'attenzione di mamma e papà su di sé.

Il pianto notturno dei bebè? Per la scienza è un anticoncezionale

Il monopolio dell'attenzione - Per gli scienziati, i piccoli sono programmati per monopolizzare l'attenzione della mamma. Sfinire i genitori per impedirgli una notte romantica è un modo per prevenire l'arrivo di un contendente delle cure genitoriali. Secondo il report, l'allattamento notturno estende l'infertilità materna post parto, detta amenorrea.

David Haig, tra gli autori dello studio, ha detto: "Le veglie notturne aumentano nella seconda metà del primo anno di vita del piccolo e sono più pronunciate tra i neonati allattati al seno". Quindi, dilatare l'amenorrea materna ritarda la nascita di un fratello più giovane e aumenta le chance di sopravvivenza.

Selezione naturale - Il biologo evoluzionista ha aggiunto: "La selezione naturale deve essere preservata, il comportamento dei piccoli impedisce la funzione ovarica. La stanchezza che si induce nella madre può essere vista come parte integrante della strategia del bebè per rimandare un'eventuale altra nascita".

Haig, infatti, precisa: "Intervalli brevi tra le nascite sono associati a una maggiore mortalità tra i piccoli, soprattutto in ambienti con scarse risorse e ampia diffusione di malattie infettive". Proprio pochi mesi fa, tra l'altro, uno studio giapponese condotto presso la Sacred Heart University di Tokyo ha affermato che i bambini possono far finta di piangere per attirare l'attenzione della mamma.