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A "Jazz Meeting" il Vittorio Mezza Trio

A Tgcom24 il pianista parla del suo ultimo lavoro, "Napoli Jazz songs"

Da "Tu Vuò fa' l'Americano" di Renato Carosone a "Tammuriata Nera" della Nuova Compagnia di Canto Popolare, passando per "Quanno Chiove" del grande Pino Daniele.

Immortali successi della musica, filtrati dal pianoforte di Vittorio Mezza e del suo Trio. Questo e molto altro nel nuovo lavoro del pianista: "Napoli Jazz Songs".

Vittorio Mezza cura anche gli arrangiamenti del disco, ad accompagnarlo George Koller al basso elettrico ed acustico e Davide Di Renzo alla batteria ed alle percussioni. Un album registrato a Toronto in Canada che propone, in un veste jazzistica, brani che non appartengono solo alla cultura partenopea, ma a tutto il mondo. Vittorio Mezza ospite questa settimana a "Jazz Meeting" ci ha illustrato la nascita del lavoro suo e dei musicisti... "Posso dire che mettere insieme il progetto è stato come vivere una sfida di grande fascino, dal momento che come musicista mi trovavo alla ricerca di un equilibrio, tra quelle che erano le versioni "evergreen" dei classici della musica napoletana e la possibilità di intraprendere nuove strade. Quello che ho cercato di fare con i mio trio è mettere in campo un progetto dove potesse emergere l'anima jazzistica dei vari pezzi, arrivando grazie alla collaborazione dei musicisti che mi hanno accompagnato, ad un sorta di "visione a tre" dei vari brani".

Pur non negando il fascino di questa sfida, immagino non sia stato semplice lavorare sui brani...
Non è stato un percorso facile realizzare con contrabbasso batteria e piano, arrangiamenti non invasivi, che contenessero la nostra visione a tre delle canzoni napoletane in una formazione cameristica. Da una parte c'era l'esigenza del rispetto per la tradizione, dall'altra la necessità di dare il nostro apporto creativo, con lo scopo di far suonare un trio jazz che si confrontava con pezzi così famosi.

L'improvvisazione quale ruolo ha?
Ho ricavato degli spazi per l'improvvisazione dove era possibile, ma rispettando la melodia, tutto questo per consentire a chi ascolta di fruire al meglio della musica, quindi mi sono messo dalla parte del pubblico, pur ricercando anche sonorità nuove, cercando di capire cos'è il jazz oggi, cosa suonare e come suonarlo. Secondo me tutto dipende come viene posto in essere questo sound jazzistico.

Il jazz è anche ricerca...
Per un musicista essere sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo è lecito e comprensibile. Sulla risposta del pubblico posso dire che le presentazioni che ho fatto nei mesi scorsi anche in piano solo, sono andate benissimo, sono rimasto sorpreso dal calore del pubblico soprattutto a Napoli, dove la gente respira musica ad ogni angolo e il pubblico è sempre giustamente esigente.