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Stop vitalizi ai condannati, i Cinque Stelle da Grasso: "Misure siano dure"

Secondo Forza Italia per bloccarli non basta una semplice delibera, ma serve una legge. Intanto la Lega presenta una proposta per abolirli tutti

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Il Movimento 5 Stelle chiede al presidente del Senato Pietro Grasso di inasprire i provvedimenti riguardanti i vitalizi ai parlamentari condannati previsti nell'ultima bozza di delibera. "L'ultimo testo - dicono i deputati M5S - è un compromesso al ribasso che agisce su una strettissima cerchia di ex parlamentari, mentre garantisce il vitalizio a tutti gli altri. Non ha senso".

"Non ha senso - continuano - che un cittadino non può essere eleggibile, in applicazione della legge Severino, se ha riportato una determinata condanna mentre se la stessa condanna la riceve mentre è parlamentare gli spetta pure il vitalizio".

"Per questi motivi - affermano i deputati M5S - chiediamo di intervenire per: includere nelle cause di abolizione del vitalizio anche chi è stato condannato per reati punibili con un massimo di pena di 4 anni come previsto nella bozza originaria di delibera Bottici-Grasso (e non 6), oltre che per abuso d'ufficio; escludere la riabilitazione come causa di ripristino del vitalizio; escludere la reversibilità del vitalizio in caso di decesso".

La Lega intanto ha depositato agli uffici di presidenza di Camera e Senato una proposta per l'abolizione per tutti i parlamentari, non solo per i condannati, di ogni tipo di vitalizio o pensione. Secondo Forza Italia per bloccare i vitalizi serve una legge: una semplice delibera rischierebbe la bocciatura da parte della Corte Costituzionale.

Lo stop dei vitalizi ai parlamentari condannati in via definitiva, all'ordine del giorno degli uffici di presidenza di Camera e Senato, ha tenuto banco anche in Aula. In mattinata il senatore del Pd Ugo Sposetti ha espresso la propria perplessità sul fatto che del tema se ne occupasse l'Ufficio di presidenza. Si sta "lisciando l'antipolitica" in vista delle elezioni regionali, ha detto in Aula. Immediata la reazione dei Cinque Stelle, che hanno attaccato Sposetti con un intervento polemico del capogruppo Bruno Marton.

L'intervento di Sposetti è stato accolto con imbarazzo nel Pd. "Il senatore Sposetti - ha precisato il capogruppo Luigi Zanda con un comunicato - ha preso la parola a titolo personale. Il gruppo del Pd ritiene vadano osservate in modo assoluto le norme stabilite dai regolamenti parlamentari. "Le materie affidate dai regolamenti al consiglio di presidenza del Senato, come quella dei vitalizi - ha sottolineato Zanda - devono essere trattate nella sede giusta e non nell'aula del Senato".