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Perché si vota il 4 dicembre per il referendum costituzionale?

I cittadini sono chiamati ad approvare la modifica della Costituzione: Tgcom24 spiega come si è arrivati a questo punto

Il 4 dicembre si vota il referendum sulla riforma costituzionale.

La legge fondamentale della Repubblica italiana, infatti, non è intoccabile: può essere modificata ma secondo l'articolo 138, le innovazioni devono passare per due deliberazioni e ottenere almeno i due terzi dei voti dei membri delle due Camere. Se non si tocca tale soglia, come è successo nel caso del disegno Renzi - Boschi, la palla passa ai cittadini che devono decidere tramite referendum confermativo se accettare o meno il testo approvato da Camera e Senato. La consultazione del 4 dicembre non prevede quorum: l'esito sarà valido indipendentemente dal numero di votanti.

L'iter per l'approvazione della riforma costituzionale è iniziato il 14 marzo 2014 quando il Consiglio dei Ministri ha convalidato il disegno di legge relativo.

Prima deliberazione
Il primo voto al Senato
Il Senato aveva ricevuto il testo l'8 aprile ma dovette attendere l'estate per avere una prima votazione: i senatori filo governativi e Forza Italia erano dalla stessa parte per l'approvazione mentre i senatori dell'opposizione si astennero. 

Il secondo voto alla Camera
Il 10 marzo 2015 si verificò la seconda votazione alla Camera: anche senza il sostegno di Forza Italia il testo fu approvato ma con modifiche. Questo determinò il ritorno del disegno di legge in Senato. Il senatore della Lega Nord Roberto Calderoli iniziò l'attività di ostruzionismo delle opposizioni presentando 82 milioni di emendamenti che Pietro Grasso, presidente del Senato, definì "irricevibili".

Il terzo voto al Senato
Il disegno di legge arrivò al Senato in prima deliberazione il 13 ottobre. Con i voti della maggioranza e quelli del gruppo Alleanza Liberalpopolare-Autonomie, fondato da Denis Verdini in contrasto con la nuova linea di Forza Italia, il testo fu approvato. 

Il quarto voto alla Camera
L'11 gennaio 2016 la Camera deliberò a favore del disegno di legge senza modificarne i contenuti. 

Seconda deliberazione
Il 20 gennaio 2016 il Senato approvò il testo: esito che venne confermato il 16 aprile alla Camera. Il numero dei voti, però, non raggiunse i due terzi dei membri delle Camere e ciò portò, secondo l'articolo 138 della Costituzione, al referendum confermativo che i cittadini dovranno votare il 4 dicembre.

Il quesito
Chi andrà a votare il 4 dicembre si troverà una scheda con la domanda:

"Approvate il testo della legge costituzionale concernente disposizioni
per il superamento del bicameralismo paritario,
la riduzione del numero dei parlamentari,
il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni,
la soppressione del Cnel
e la revisione del Titolo V della parte II della costituzione?”
 

Se si vota Sì 
Se si decide per il Sì, si approva la modifica del bicameralismo perfetto a favore di un'unica camera legislativa: il meccanismo costituzionale di adesso prevede che un disegno di legge per essere approvato debba essere confermato da Camera e Senato e se eventualmete si modifica il testo, il cambiamento deve essere riapprovato da entrambi gli organi legislativi. Il voto a favore del referendum prevede la diminuzione dei Senatori a cento, inoltre si modificheranno le competenze dello Stato e delle Regioni e si elimineranno le Province e il Cnel.

Se si vota No 
Se si vota No, invece, la situazione rimane quella attuale e la Costituzione italiana resterà così com'è.

Qui di seguito puoi leggere il Testo di legge costituzionale pubblicato sulla Gazzetta Uffuciale n°88 del 15 aprile 2016 con relative schede di lettura.