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Renzi: Pisapia e D'Alema? In nome dell'unità praticano la scissione

Sul fronte economico afferma: "Torniamo a parametri Maastricht, deficit al 2,9% per 5 anni"

Renzi: Pisapia e D'Alema? In nome dell'unità praticano la scissione - foto 1
agenzia

"Oggi viene evocata la stagione dell'Ulivo da parte di leader politici che allora stavano contro l'Ulivo.

O dall'esterno, in Rifondazione comunista come Giuliano Pisapia. O dall'interno, a cominciare da Massimo D'Alema. In nome dell'unità si pratica la scissione". Lo afferma Matteo Renzi nel suo libro "Avanti". "Dall'alto dei salotti si parla di povertà ignorando quale governo abbia finanziato le prime misure sul reddito di inclusione", sottolinea.

"Quando la sinistra italiana vede che qualcosa inizia a funzionare subito scatta il meccanismo dell'autodistruzione, una vocazione suicida che è incomprensibile ai più ma che assume le forme di un logoramento costante della leadership e di una polemica quotidiana su tutto. Fuoco amico è anche quello di chi un tempo - quando vinceva i congressi - teorizzava la necessità di sentirsi tutti parte della stessa ditta. E, quando invece i congressi ha iniziato a perderli, non ha mai smesso un solo giorno di contestare e criticare il nuovo gruppo dirigente".

Fiscal compact: ridurre rapporto debito/Pil - Per il leader del Pd chiedere all'Europa una riduzione del rapporto debito /Pil è ancora una questione prioritaria per l'Italia. "Noi pensiamo che l'Italia debba porre il veto all'introduzione del Fiscal compact nei trattati e stabilire un percorso a lungo termine. Un accordo forte con le istituzioni europee, rinegoziato ogni cinque anni e non ogni cinque mesi". "Un accordo in cui l'Italia si impegna a ridurre il rapporto debito/Pil tramite sia una crescita più forte, sia un'operazione sul patrimonio che la Cassa depositi e prestiti e il ministero dell'Economia e delle Finanze hanno già studiato, sebbene debba essere perfezionata; essa potrà essere proposta all'Unione europea solo con un accordo di legislatura e in cambio del via libera al ritorno per almeno cinque anni ai criteri di Maastricht con il deficit al 2,9%". Secondo Renzi, "ciò permetterà al nostro Paese di avere a disposizione una cifra di almeno 30 miliardi di euro per i prossimi cinque anni per ridurre la pressione fiscale e rimodellare le strategie di crescita".