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Renzi: la Leopolda vuole cambiare lʼItalia Siamo in posti difficili, ci mettiamo la faccia

"La Leopolda non è unʼesperienza del passato". Così Renzi inaugurando la kermesse fiorentina. "Senza non sarei premier"

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"La generazione Leopolda è in posti difficili, non solo a Roma, e ci mette la faccia". Lo ha detto il premier Matteo Renzi aprendo la kermesse fiorentina. "Senza Leopolda non sarei a Palazzo Chigi. Ma la Leopolda non è un'esperienza del passato, un ricordino - ha spiegato il premier -. Non siamo una rimpatriata di reduci ma un gruppo di persone che hanno voglia di cambiare l'Italia".

Renzi: la Leopolda vuole cambiare lʼItalia Siamo in posti difficili, ci mettiamo la faccia

La platea è gremita e variegata: niente bandiere di partito. Ci sono parlamentari della maggioranza Pd e membri del governo ma nessuno dei volti noti che hanno caratterizzato le edizioni del passato: Per domenica si annuncia pero' la presenza di un'ospite scomoda: Francesca Immacolata Chaouki, imputata nel processo Vatileaks.

"C'è una generazione che viene dalla Leopolda e che oggi non viene solo da Roma, dalla guida del partito o dal governo, ma anche da territori molto difficili", ha detto Renzi presentando Ciro Bonaiuto, sindaco di Ercolano, in apertura della kermesse della Leopolda. Renzi ha poi chiesto "un applauso a Nardella, che fa il mestiere più bello del mondo", cioè il sindaco di Firenze. "C'è una generazione di persone nuove che ci mettono la faccia e non solo", ha aggiunto.

"No al culto della personalità" - "Siamo tutti emozionati perché la Leopolda è una cosa molto strana e bella. Saranno tre giorni pieni, impegnativi ma molto belli. Stasera ci raccontiamo cosa abbiamo fatto dalla scorsa Leopolda ad oggi: tutto sulle cose fatte bene e quelle fatte così così", ha continuato Renzi. Il premier è stato accolto da un forte applauso ma poi ha scherzato con la platea che esplodeva a ogni sua frase: "No, il culto della personalità no. E' troppo". La voce narrante della Leopolda ha presentato il premier con queste parole, usando la cifra dell'ironia: "Ex giovane fiorentino qui dalla prima Leopolda e non siamo riusciti a liberarcene".

Terrorismo, "combatterlo con la cultura" - "Non vogliamo essere dei numerini ma uomini, non delle bestie che vivacchiano", ha sottolineato Renzi nel suo discorso di apertura della Leopolda, parlando delle misure del governo in tema di cultura in seguito all'emergenza terrorismo. "La scelta che ha fatto il governo - ha aggiunto - è affermare che in Italia quando si diventa grandi si ha diritto di andare al cinema o a teatro o di andare a una mostra. La prima parola che vorrei arrivasse dalla Leopolda è speranza".

"Com'è possibile discutere di cambiamenti senza partire dal dato di fatto che c'è chi vuole distruggere ciò che abbiamo", ha detto Renzi commentando il video dove un gruppo di bambini africani fa finta di giovare una partita di calcio senza un pallone. "Prima di iniziare a parlare dobbiamo memorizzare ciò che sta avvenendo nel mondo dove, una parte è sotto attacco perché esprime un'idea, dei valori".

"Dire che cose vanno bene è rispetto realtà" - "Quello che è fondamentale dire è che raccontare che le cose vanno bene è rispetto della realtà. Poi, riferendosi al "tafazzismo" di quei politici che sono felici quando i dati Istat sono negativi ha aggiunto: "A queste donne e a questi uomini dico: noi non siamo ottimisti, siamo responsabili".

"Per cambiare Paese ci vuole un po' - "Fare le riforme era difficile non ci credeva nessuno: ce l'abbiamo fatta ma per cambiare un paese ci vuole un po', ma soprattutto ci vogliono uomini e donne che ci credono, che ricordano le proprie origini". Così Renzi, pochi minuti prima della mezzanotte, ha chiuso la prima serata della Leopolda numero sei.