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Migranti, Maroni a Palazzo Chigi: "Dichiarare lo stato di emergenza"

Toti (Liguria), Maroni (Lombardia) e Zaia (Veneto) firmano una dichiarazione congiunta per la gestione degli immigrati

"Abbiamo elaborato un documento con delle proposte concrete sul tema dell'immigrazione, realizzabili, e che hanno dimostrato di funzionare".

Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, al termine di un incontro trilaterale con i governatori di Liguria e Veneto, Giovanni Toti e Luca Zaia, a Genova. "Bisogna dichiarare lo stato di emergenza, Palazzo Chigi non l'ha ancora fatto", ha aggiunto.

Ecco i nove punti del documento firmato dai governatori di Lombardia, Veneto e Liguria, Roberto Maroni, Luca Zaia e Giovanni Toti, inviato al presidente del Consiglio, Matteo Renzi e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.
1) Dichiarazione di stato di emergenza. Con tale dichiarazione viene correttamente inquadrato il fenomeno immigrazione che non deve essere considerato come evento ordinario, ma emergenziale destinato ad azzerarsi.

2) Bloccare i flussi degli immigrati alla partenza, anche mediante la creazione di centri di prima accoglienza nei Paesi del Nord Africa per provvedere in quei luoghi all'esame delle richieste di asilo. Deve essere chiaro che sulle nostre coste è fatto divieto di sbarcare.

3) Promuovere accordi bilaterali con i Paesi di origine per i rimpatri.

4) Richiesta all'Unione europea di predisposizione di piani di miglioramento delle condizioni di vita nei luoghi di origine dei cosiddetti immigrati economici che ad oggi non hanno titolo di entrare nell'Ue.

- 5) Conferma del reato di immigrazione clandestina, presente in numerosi Paesi europei, di natura contravvenzionale e potenziamento del contrasto al traffico di essere umani.

6) La possibilità di istituire nuovi centri di identificazione ed espulsione solo tramite accordi bilaterali con le Regioni che diano il loro assenso.

7) Soluzioni ad hoc per le Regioni di confine onde evitare tensioni sociali: prevedere una diminuzione delle quote dei richiedenti asilo assegnate in fase di ripartizione, tenendo conto che il numero effettivo di migranti presenti in tali Regioni eccede la quota prevista, a causa del numero di irregolari non censiti.

8) Ripristinare il sistema relativo all'immigrazione regolare disciplinato dal sistema dei flussi e dal permesso di soggiorno ottenuto in presenza di un contratto di lavoro, anche valutando la selezione dei flussi solo a favore di chi condivide pienamente la Carta dei valori di cittadinanza e di integrazione del 2007 del ministero dell'Interno.

9) Sanità internazionale: rivedere le regole e le dotazioni finanziarie.