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Maltempo, il premier Matteo Renzi: "Via la melma burocratica"

"I fondi sono bloccati in maniera assurda", ha commentato il presidente del Consiglio che ha parlato anche di manovra, scuola, export e abolizione del finanziamento ai partiti sulla sua e-news

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"Il maltempo è tornato a fare danni. Per me è una ferita aperta pensare che l'Italia abbia denari bloccati in modo così assurdo". Così il premier Matteo Renzi commentando l'esito dei recenti nubifragi. "Ma adesso non è il momento delle polemiche. Si scavi il fango dalle città, si tiri via la melma delle pratiche burocratiche, si realizzino le opere da fare", ha poi aggiunto.

"Sì all'abolizione del finanziamento ai partiti" - Sulle due cene di finanziamento "aperte e trasparenti" che hanno suscitato molte polemiche, Renzi è tornato a sottolineare la sua convinzione sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. "Abbiamo incassato 1,5 milioni di euro e con questi soldi possiamo evitare di mettere i dipendenti del Pd in cassa integrazione e quindi di far pagare allo Stato i costi di funzionamento del nostro partito", ha affermato. "Vorrei essere chiaro: quando io sono arrivato i dipendenti in forza al Pd erano 161, adesso sono 146 e io non ho fatto neanche un'assunzione. Siamo dunque stati sobri ma le spese del passato ovviamente si fanno sentire", ha spiegato.

"Non solo riforme investire su export e fiducia" - "Le riforme non bastano - ha poi chiarito il premier sulla sua e-news -. Occorre investire sull'export e occorre soprattutto la più grande riforma, che consiste nel restituire fiducia ai cittadini, alle imprese, agli italiani. Questo è il lavoro più faticoso che stiamo facendo, ma è anche il più bello". "Più giri per il mondo, più ti rendi conto che l'Italia ha tutto per tornare a essere protagonista - ha ribadito -. Ma deve crederci per prima lei. E io non mi stancherò mai di ricordare a noi stessi chi siamo e cosa dobbiamo tornare a essere".

"Riforma della scuola pronta per andare in Parlamento" - Sulla riforma della scuola invece ha aggiunto: "Adesso tocca a noi. Abbiamo avuto riunioni chilometriche, appuntamenti quasi in tutti i comuni, chiacchierate informali e litigate serrate: bene, adesso si decide. I soldi li abbiamo messi in legge di stabilità, come promesso". Quindi "gli strumenti legislativi sono pronti, adesso si può provare finalmente a partire anche in Parlamento con la riforma più seria e più importante: quella che riguarda il futuro dei nostri figli". La consultazione su come cambiare la scuola partendo dal basso e non con progetti di riforma imposti dal governo ha visto una partecipazione molto positiva. "1 milione e trecentomila accessi, 200.000 cittadini attivi, 2.000 dibattiti sul territorio. Devo confessare che non mi accontento. La riforma della scuola deve diventare oggetto di dibattito ancora di più, ovunque".

"G20 scommette su crescita, ora attendiamo piano Juncker" - Di fresco ritorno dal G20 di Brisbane, Renzi ha evidenziato come colpisca "la consapevolezza della stragrande maggioranza dei partecipanti: è arrivato il momento di scommettere su crescita e investimenti, considerando miope l'esclusiva attenzione all'austerità e al solo rigore. E' un grande passo in avanti che noi italiani abbiamo proposto e imposto all'Europa in occasione del nostro semestre". "Adesso non ci resta che attendere la presentazione nelle prossime ore da Bruxelles del piano da 300 miliardi promesso da Juncker", ha dichiarato

"La legge di stabilità riduce le tasse nel 2015" - "La legge di stabilità 2015 - la vecchia finanziaria - si sta occupando di restituire fiducia. Si riducono le tasse in modo stabile e strutturato, a partire dalla stabilizzazione degli 80 euro e dalla riduzione delle imposte per chi crea lavoro", ha poi ammesso il presidente del Consiglio. "La approveremo definitivamente nelle prossime settimane", ha continuato. "Abbiamo cercato di coinvolgere i cittadini anche se so che non è semplicissimo addentrarsi nell'elenco dei commi e degli emendamenti - ha detto -. Ma chi volesse dare un occhio alle linee di indirizzo e dirmi che ne pensa mi fa un piacere: matteo@governo.it".