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Governo scricchiola, scontro tra Letta e Alfano

La partecipazione del vice premier alla manifestazione del Pdl scatena la reazione del presidente del consiglio: "Non andiamo avanti a ogni costo"

Ansa

"Quanto è successo a Brescia è inaccettabile e non si può più ripetere perché le ricadute negative sul Governo sono superiori alla capacità di tenuta dell'Esecutivo". Con queste parole il premier Enrico Letat ha affrontato sul bus che portava l'intero esecutivo all'abbazia di Spineto il suo vice, Angelino Alfano, "reo" di aver partecipato a una manifestazione politica contro i giudici organizzata dal Pdl.

Lo scontro fra Enrico Letta e Dario Franceschini da una parte e Angelino Alfano e Maurizio Lupi dall'altra si consuma sul van che porta i quattro da palazzo Chigi all'abbazia di Spineto. Il premier, con tono "franco" a tratti molto "duro" rimprovera al vicepremier la presenza dei ministri pidiellini alla manifestazione di Silvio Berlusconi a Brescia contro la magistratura politicizzata.

Il compromesso: niente comizi fino alle elezioni - I rappresentanti del Pdl rispondono a tono, rivendicando il diritto a difendere il Cavaliere. Alla fine si trova un compromesso: i ministri non parteciperanno più ai comizi elettorali e alle trasmissioni tv (a meno che non parlino delle questioni relative all'attività dei loro dicasteri). Un divieto che varrà però solo fino alle amministrative.

Ma il compromesso raggiunto assomiglia più una tregua che una pace. E comunque il conclave voluto da Letta per "fare spogliatoio" non poteva partire in modo peggiore. Bastava vedere le facce tese dei quattro mentre scendono dal furgone sotto la pioggia del resort di Spineto per capire che il viaggio era stato tutt'altro che piacevole. Letta, del resto, si è sentito tradito. Aveva chiesto ai membri del suo esecutivo di astenersi dal fare politica. Impegno disatteso ieri da diversi ministri Pdl, arrivati a Brescia per ascoltare il Cavaliere attaccare i pm.

Ieri il premier aveva usato toni molto blandi, limitandosi a ricordare l'autonomia della magistratura. Oggi le cose sono cambiate. E la bacchettata del Colle all'indirizzo del Cavaliere, visto il rapporto fra i due, non pare casuale. E fa presumere che Letta, nell'affrontare Alfano, avesse il pieno avallo di Napolitano.

Un clima teso a tratti rovente - Chi c'era racconta di una discussione molto accesa, di un clima "teso", a tratti rovente. I berlusconiani sapevano che il capo del governo avrebbe sollevato la questione. Erano stati avvertiti e Alfano aveva informato il Cavaliere concordando la linea.

Così, mentre il van sfrecciava sulla A1, il confronto si trasforma in scontro: il premier - spalleggiato da Franceschini - invita i ministri del Pdl ad avere massimo senso di responsabilità in una fase cosi' delicata del Paese. E chiede loro di distinguere il ruolo politico da quello di governo: non è possibile che esponenti di questo governo partecipino ad una manifestazione del genere, abbiamo il dovere di abbassare la tensione non di fomentarla, è il succo del rimprovero di Letta.

Governo non a tutti i costi - E per far capire che non scherza ricorda che se il governo non è nato "a tutti i costi" non deve neanche "andare avanti a tutti i costi". Alfano e Lupi tengono il punto, assicurano di voler essere responsabili, ma rivendicano il diritto a non abbassare le bandiere identitarie e a difendere il loro leader, fino alla fine. La discussione prosegue fino alla campagna senese. Poi si raggiunge un faticoso compromesso: Letta ottiene che i ministri si astengano dal partecipare a manifestazioni elettorali e a dibattiti radio e tv che non siano incentrati sul programma di governo.

Il cavaliere "benedice" il compromesso - Berlusconi, raggiunto al telefono dal segretario, benedice il compromesso. Ma il clima, nonostante ciò, resta teso. "Un chiarimento era indispensabile ed ora l'atmosfera è molto migliorata", assicura un ministro del Pdl. Ma è chiaro che il rischio di strascichi è forte. Non a caso sia Letta che Alfano disertano la conferenza stampa prevista in apertura dei lavori. A dare l'annuncio sono i rispettivi portavoce.