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Verso il voto, Bersani attacca Casini
"Per lui comanda chi prende meno voti"

Secondo il segretario democratico il leader centrista con la sua tattica favorirebbe Berlusconi. Pressioni su Ingroia perché lasci campo libero al Pd in alcune regioni per il Senato

LaPresse

Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, attacca il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini che, a suo dire, vorrebbe far comandare "chi prende meno voti" e con la sua tattica favorirebbe Berlusconi. Ma le preoccupazioni di Bersani sono anche per la lista del pm Ingroia che toglierebbe al Pd voti in alcune regioni del Sud, strategiche per la vittoria al Senato. La parola d'ordine è "voto utile" come quando si presentò Romano Prodi nel 2008.

Come riporta il quotidiano Repubblica, "il segretario del Pd ha individuato nel leader Udc il più accanito avversario del centrosinistra dentro l'area moderata". Dal canto suo il leader centrista non nasconde le sue intenzioni: sbarrare la strada al Pd, creando lo stallo al Senato che gli impedirebbe l'ingresso a Palazzo Chigi.

"La teoria di Pier secondo cui comanda chi prende meno voti, la considero insostenibile, oltre che inaccettabile", dice Bersani criticando anche il comportamento del partito centrista in Lombardia, una regione in cui ci sono in ballo 49 seggi al Senato, che si sta muovendo "come se ci fosse il doppio turno" favorendo così il centrodestra.

Infine il segretario del Pd deve guardare alla sua sinistra, ossia alla lista di Antonio Ingroia che, dal momento della sua discesa in campo, avrebbe tolto, secondo i sondaggi, preziose preferenze sia al Pd che a Sel, soprattutto in Campania e Sicilia, altre due regioni preziose per il Senato. Così il leit motiv del centrosinistra è tornato quello del "voto utile", come nel 2008, quando Rifondazione comunista non riuscì ad entrare in Parlamento. E poi c'è l'opzione di far "desistere" in qualche modo la corsa del movimento di Ingroia. Come avvenne, mutatis mutandis, nel '96 con la prima vittoria di Prodi.