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Libia, Berlino non esclude intervento militare: "Evitare asse terrore"

Lo dice il ministro della Difesa Ursula von der Leyen alla Bild: "Isis e Boko Haram potrebbero destabilizzare altre parti dellʼAfrica"

Libia, Berlino non esclude intervento militare:
-afp

La Germania non esclude un intervento militare in Libia per stabilizzare il Paese.

Lo dice il ministro della Difesa Ursula von der Leyen alla Bild. "Berlino non potrà tirarsi indietro dal dare il suo contributo", sostiene. Bisogna evitare che il terrorismo islamico istituisca un asse del terrore in Nord Africa, spiega ancora. Per il ministro se l'Isis si connette con Boko Haram "potrebbe destabilizzare altre parti dell'Africa".

I fantasmi della Seconda guerra mondiale - Il dispiegamento di militari in conflitti all'estero è ancora una questione controversa in Germania, che dalla fine della Seconda guerra mondiale ha provato a evitare un coinvolgimento militare diretto al di fuori dei propri confini. Tuttavia negli ultimi due decenni il Paese ha abbandonato il suo percorso rigidamente pacifista.

Dal Kosovo all'Isis - Da quando l'esercito tedesco è stato impegnato per la prima missione di combattimento all'estero in Kosovo nel 1999, nell'ambito delle operazioni della Nato, le forze armate della Germania sono poi state coinvolte nella lotta contro i talebani in Afghanistan e a novembre si sono unite alla campagna militare contro lo Stato islamico in Siria.

La situazione in Libia - Più o meno a sorpresa, è stato rinviato di due giorni l'annuncio dei nomi dei ministri del governo libico di unità nazionale previsto dagli accordi raggiunti a dicembre per ricomporre la frattura fra Tripoli e Tobruk. Al momento la Libia post-Gheddafi appare "spaccata" in due, priva di un esecutivo con cui concordare un contrasto all'Isis in espansione sul golfo della Sirte. Lo stallo, secondo dichiarazioni e indiscrezioni, è dovuto fra l'altro al futuro del generale Khalifa Haftar, il capo delle milizie che sostengono uno dei due esecutivi rivali, quello riparato a Tobruk.