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Election Day: si vota in Tunisia, Ucraina, Brasile e Uruguay

Sfida tra i laici e e gli islamisti per un nuovo Parlamento nel Paese africano, tra gli ultra-nazionalisti e i filo-occidentali in quello europeo mentre in America Latina si sceglie per chi sarà il nuovo presidente

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Urne aperte in Tunisia, Ucraina (dove ancora si combatte nei Donbass), in Brasile e in Uruguay. Nel Paese nordafricano si vota per un nuovo Parlamento a quasi 4 anni dalla rivoluzione dei gelsomini. Risultati incerti anche se si prevede un testa a testa tra i due maggiori partiti, quello islamico Ennahdha e quello laico Nidaa Tounes, grande importanza alla formazione politica che si posizionerà terza per le coalizioni.

Election Day: si vota in Tunisia, Ucraina, Brasile e Uruguay

La Tunisia si appresta al voto in un clima di tensione e incertezza, dovuto anche ai timori per la minaccia terroristica che incombe sul Paese, ma i partiti politici sono convinti che una grande affluenza alle urne potrà essere la migliore risposta alle "forze oscure".

Il voto in Ucraina - Urne aperte anche in Ucraina (fatta eccezione della Crimea) mentre ancora si combatte al confine con la Russia. Il popolo è chiamato ha votare il nuovo Parlamento dopo le proteste di Maidan. Secondo gli ultimi sondaggi, nella Rada (Parlamento ucraino) entreranno 6-7 partiti, con una schiacciante maggioranza filo occidentale e un orientamento nazionalista. In testa il blocco del presidente Poroshenko, con il 30% delle intenzioni di voto (nel proporzionale). Dovrebbero superare la soglia di sbarramento il partito radicale dell'ultranazionalista Oleg Liashko (13%), il Fronte popolare del premier Arseni Iatseniuk (11%), il partito Samopomich (auto aiuto) del sindaco di Leopoli Andrii Sadovy (8,5%), il partito "Patria" di Iulia Timoshenko (7,5%). Il tetto del 5% potrebbe essere varcato anche dal partito Ucraina Forte di Serghiei Tighipko, ex vicepremier con Ianukovich, e/o dal Blocco di opposizione, che raccoglie l'eredità del Partito filorusso delle Regioni.

Il voto presidenziale in Brasile - Il 26 ottobre il Brasile sceglie il suo prossimo presidente. Al secondo turno elettorale (il primo si è tenuto il 5 ottobre) si confrontano la candidata di sinistra, l'uscente Dilma Rousseff del Partito dei lavoratori (Pt), e il candidato di centro-destra Aécio Neves del Partito della Social democrazia brasiliana (Psdb). La vittoria dell'uno o dell'altro non è per nulla scontata.

Il voto in Uruguay - Alle 12 italiane si sono aperti in Uruguay i seggi elettorali ai quali sono convocati circa 2,5 milioni di cittadini per partecipare nelle elezioni presidenziali e politiche, segnate dalla quasi certezza di un ballottaggio fra il candidato del Frente Amplio (sinistra, al governo), Tabarè Vazquez, e lo sfidante del Partido Nacional (o "blanco", centrodestra), Luis Lacalle Pou, e una lotta all'ultimo voto per ottenere la maggioranza parlamentare. Il presidente uscente, Josè "Pepe" Mujica - che non può presentarsi per una rielezione, ma è candidato al Senato - è stato il primo dei leader politici a votare.