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Afghanistan, raid Usa: ucciso il leader talebano Mullah Mansour

Il blitz autorizzato direttamente da Obama. Mansour è il successore del mullah Omar, la cui morte nel 2013 era stata tenuta nascosta per due anni

Gli Stati Uniti hanno effettuato un attacco con droni contro il leader dei talebani Mullah Akhtar Mansour in un'area remota in una regione al confine tra l'Afghanistan e il Pakistan.

Dopo alcune smentite, arriva la conferma che il blitz è andato a buon fine. Oltre a Mansour. è rimasto ucciso anche l'autista del taxi colpito dal missile Usa.

Blitz contro Mansour autorizzato da Obama - Il blitz per un attacco americano con un drone è stato autorizzato direttamente dal presidente Barack Obama, rendono noto fonti americane militari.

A dare per primi la notizia della sua uccisione era stata, con un messaggio via Twitter, la televisione Kabul News citando fonti non confermate. Anche una tv locale pakistana, Geo News, aveva diffuso poco dopo la notizia. A dare conferma della morte di Mansour sono stati infine proprio i talebani.

Kerry: "Era un pericolo, eliminato per questo motivo" - Il leader talebano Mullah Akhtar Mansour è stato fatto oggetto di un raid americano perché rappresentava una "minaccia" per le truppe americane, per i civili afgani e per i colloqui di pace, ha detto il segretario di stato Usa Kerry in visita in Birmania. "Mansour rappresentava una minaccia imminente per il personale Usa, per i civili afgani e per le forze di sicurezza afghane. Mansour si opponeva anche ai negoziati di pace".

Chi è Mansour - Mullah Haktar Mansour, leader supremo dell'Emirato islamico dell'Afghanistan, è il successore del mullah Omar, la cui morte nel 2013 era stata tenuta nascosta per due anni. Mansour è salito al potere a fine luglio dello scorso anno, ma è stato da subito contestato dalle fazioni rivali. Non è mai piaciuto infatti all'ala dissidente del movimento - tra cui i militanti guidati dal Mullah Mohammad Rasoul - che lo hanno accusato di essere un uomo del Pakistan se non addirittura un "fantoccio dell'Isi", i servizi di intelligence militare di Islamabad.

Di lui, al di là degli incarichi come combattente, non si è mai saputo molto. Aveva studiato in una madrassa nel villaggio di Jazolai, nel distretto Nowshera della provincia pakistana di Khyber-Pakhtunkhwa. Per un breve periodo aveva combattuto contro le forze sovietiche in Afghanistan, parte di un ex gruppo paramilitare. Dopo l'ingresso nei talebani, gli era stato assegnato un ruolo nella sicurezza a Kandahar, poi il ministero dell'Aviazione civile negli anni dei talebani al potere, tra il 1996 e il 2001. Salì sempre di più nella scala gerarchica del gruppo, sino ad arrivare al vertice.