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Crescita sostenibile, firmato il decreto per la Strategia energetica nazionale | Fuori dal carbone nel 2025

Il piano prevede un totale di investimenti di 175 miliardi al 2030, divisi in reti, infrastrutture, fonti rinnovabili ed efficienza energetica

E' stato firmato il decreto, sottoscritto dai ministeri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente, per la Strategia energetica nazionale.

Si tratta di un piano, ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che "prevede investimenti per 175 miliardi al 2030" per la crescita sostenibile, divisi "in reti, infrastrutture, fonti rinnovabili ed efficienza energetica". Il governo ha inoltre fissato al 2025 l'uscita dal carbone.

"Fuori dal carbone nel 2025 solo se Regioni e Comuni collaborano" - La decarbonizzazione � "un obiettivo possibile per� se ci sar� la collaborazione attiva di Regioni e Comuni d'Italia", ha proseguito il ministro dello Sviluppo economico. "Abbiamo dettagliato infrastruttura per infrastruttura. Se un Comune fa ricorso contro un elettrodotto o una Regione, a caso, fa ricorso contro un gasdotto, gli enti territoriali sapranno che non si blocca solo l'opera bens� anche l'uscita dal carbone al 2025", ha affermato riferendosi al braccio di ferro che si � consumato tra governo e Regione Puglia.

"Sulla mobilit� no rottamazione vecchia maniera" - Sullo sviluppo della mobilit� sostenibile "non vogliamo fare una rottamazione alla vecchia maniera, pensiamo ci voglia un incentivo per svecchiare il parco circolante", ha sottolineato Calenda. "Si tratta per� di un tema delicato, la fonte finanziaria individuata, che poteva essere una componente della bolletta, � un uso della bolletta forte che prendiamo in considerazione solo se c'� un'ampia condivisione politica sull'argomento".

Galletti: "Ambiente non � pi� il ministero del no" - Il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, ha definito la Strategia "il coronamento del lavoro del ministero in questi quattro anni. Per la prima volta la parte ambientale entra in un documento che per storia era solo economico. Per la prima volta l'ambiente � diventato un promotore dello sviluppo. Questo lega indissolubilmente le tematiche di crescita e quelle ambientali. L'ambiente visto non solo come conservazione, il ministero dell'Ambiente come 'ministero del No', ma dello sviluppo e della crescita".