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Sì dell'Ue allo shale gas ma gli ambientalisti temono i rischi per l'ecosistema

Una risorsa economica la cui estrazione con il fracking mette a rischio le falde freatiche e può causare dissesto idrogeologico e inquinamento

Via libera dell'Unione europea allo shale gas, il gas di scisto, nonostante le polemiche relative ai metodi estrattivi. Il metano ricavato dalle argille potrebbe aiutare l'Europa a diventare più indipendente a livello energetico ma i rischi per l'ecosistema dovuti al fracking sono importanti. Saranno, comunque, i singoli Stati a scegliere se sfruttare o meno la risorsa a patto di seguire "una serie di principi comuni" a tutela dell'ambiente. L'Italia non intende avvalersene al momento.

Sì dellʼUe allo shale gas ma gli ambientalisti temono i rischi per lʼecosistema

Cerchiobottismo europeo - I principi per la salvaguardia dell'ecosistema, però, non saranno vincolanti, anche se l'esecutivo comunitario monitorerà la loro applicazione per 18 mesi e, in caso di mancato rispetto, potrà decidere di agire con una proposta legislativa vera e propria per renderle obbligatorie. Una raccomandazione salomonica, quella di Bruxelles, che ha l'intenzione di lottare contro il cambiamento climatico e allo stesso tempo aiutare l'industria europea a ripartire dopo la crisi.

Il vituperato fracking - Innanzitutto, si legge nella bozza del testo, "prima di concedere l'autorizzazione dovrà essere compiuta una valutazione strategica ambientale" che dovrà determinare in particolare "se un'area è adatta per uno sfruttamento sicuro" del gas di scisto estratto tramite la tecnica del fracking, che consiste nell'iniettare enormi volumi d'acqua ad alta pressione sotto terra e che può quindi mettere a rischio le falde freatiche, la stabilità geologica e comportare la liberazione di sostanze inquinanti.

"L'opinione pubblica dovrà essere informata delle sostanze chimiche utilizzate pozzo per pozzo" per avere una "maggiore trasparenza" indica la Commissione. I pozzi devono essere poi "isolati" e ne devono essere "mitigati gli effetti negativi sulle emissioni" di CO2. "Gli stati membri sono invitati ad attuare questi requisiti minimi sei mesi dopo" la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue, a riferire alla Commissione le misure adottate e, in base alla risposta dei 28, Bruxelles "valuterà quanto questo approccio è efficace".

L'Italia non lo vuole - Il ministero dello Sviluppo economico italiano ha fatto sapere che "l'Italia ha adottato nel marzo 2013 una Strategia energetica nazionale che non prevede il rilascio di licenze per la ricerca e lo sfruttamento dello shale gas". La Francia ha già vietato le esplorazioni di gas scisto sul proprio territorio. La Germania, invece, ha deciso di vietarle ma solo nelle zone ad alta densità di falde freatiche. Mentre Polonia, Danimarca e Gran Bretagna hanno già avviato le ricerche. Nel Regno Unito, però, si sono formati cordoni di protesta nei giorni scorsi a Manchester, davanti al sito dove la compagnia Igas ha ricevuto i permessi per portare avanti un'esplorazione per lo shale gas.

La prima produzione nel 2015 - "Nel migliore degli scenari", secondo Bruxelles, lo sfruttamento del gas di scisto in Europa "potrebbe essere in grado di rispondere al 10% della domanda di gas europea entro il 2035", mentre l'impatto sui prezzi "sarebbe verosimilmente moderato" anche se in ogni caso "una lieve diminuzione o un aumento evitato andrebbe comunque a vantaggio degli stati membri". La prima produzione commerciale di gas di scisto, prevede la Commissione, "potrebbe cominciare nel 2015".

Ue